Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 11 dicembre 2018
L’Etiopia dice no alle adozioni internazionali. Dopo lunghe e vivaci discussioni, il Parlamento ha varato una nuova legge che vieta tassativamente tutte le adozioni internazionali di bambini etiopici. Gli stranieri non potranno più essere i genitori adottivi di un bimbo nato nella nostra ex colonia.
D’ora in poi tutti gli orfani e/o minori vulnerabili dovranno ricevere sostegno e protezione nelle strutture presenti nel Paese, per evitare che si abusi dei piccoli all’estero. Non è stato facile arrivare all’approvazione di questa legge, molti parlamentari hanno espresso la loro perplessità per la mancanza di servizi pubblici adeguati in grado di accogliere questi bimbi.
Il nuovo testo delle politiche per la protezione dei bambini specifica che gli orfani devono crescere nella loro terra di origine, per apprezzare la sua cultura e le sue tradizioni. Possono essere adottati nel Paese stesso o essere dati in affidamento a famiglie o tutori in grado di aiutarli a riunificarsi con i genitori (nel caso uno dei due fosse ancora in vita) o con i parenti. La legge entrerà in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, ossia fra una quindicina di giorni.
Nel Paese del Corno d’Africa una modifica dalla legge che regolamenta le adozioni internazionali è in discussione dal 2011, dopo la morte di una tredicenne di origini etiopiche negli Stati Uniti d’America. Hana era costretta a vivere in uno sgabuzzino e veniva privata di cibo anche per giorni e giorni. Secondo gli investigatori è morta per assideramento. La bimba e i suoi fratelli venivano educati secondo un manuale basato su una disciplina religiosa che consigliava punizioni bibliche per far crescere meglio i figli. Insomma una situazione fuori dagli schemi, che ha suscitato enorme scalpore nel Paese d’origine della ragazzina e del fratello, adottato insieme a lei dalla stessa famiglia. Gli altri figli naturali della coppia sono stati allontanati dai genitori in seguito all’accusa di omicidio. Larry e Carri Williams stanno scontando una pena di quasi trent’anni.
Già nella primavera dello scorso anno le autorità etiopiche avevano bloccato tutte le adozioni internazionali, lasciando così nel limbo centinaia di bimbi e le loro future famiglie. Anche se l’ufficio del Primo Ministro allora non aveva rilasciato alcuna spiegazione, le motivazioni per il blocco e la riforma della legge di questi giorni sono certamente da collegarsi con le misure adottate dal governo danese nel 2016. L’allora ministro degli Interni e per gli Affari sociali Karen Ellemann aveva inviato una commissione per verificare le procedure di adozione in Etiopia. Il rapporto dei funzionari danesi fu talmente negativo, da indurre il Ministro a vietare tutte le adozioni da quel Paese. Dalla relazione si evince che spesso mancano le informazioni sull’origine dei piccoli, e quasi sempre venivano fatte ingenti richieste di denaro per finalizzare le pratiche. Non si esclude che molte donne vendessero i propri figli per essere adottati all’estero.
Lo scorso autunno la nostra Commissione per le Adozioni Internazionali ha dato ordine agli enti autorizzati di non assumere ulteriori incarichi da parte di famiglie desiderose di adottare in Etiopia e di non proporre nuovi abbinamenti alle famiglie già in carico.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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