Kenya: agenti FBI e britannici, liberano 95 bambini-schiavi in una madrassa a Likoni

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L’aula di una madrassa, scuola islamica del Kenya

franco nofori francobolloDal Nostro Corrispondente
Franco Nofori
Mombasa, 20 dicembre 2017

I piccoli risultavano trattenuti in schiavitù presso una “madrassa”, cioè una scuola coranica, a Likoni, contea di Mombsa, nella costa sud del Kenya, dove erano assoggettati a varie forme di abusi e al traffico di esseri umani. La scoperta della disgustosa pratica, sarebbe il frutto delle investigazioni congiunte delle rispettive intelligence statunitense e britannica. Circa 20 dei 95 bimbi liberati erano stranieri, provenienti da Stati Uniti, Gran Bretagna, Zambia e Tanzania. Gli altri erano cittadini keniani, prevalentemente di origine somala.

Agenti dell’FBI all’azione in Kenya (foto d’archivio)
Agenti dell’FBI all’azione in Kenya (foto d’archivio)

Gli agenti dell’FBI e della Special Branch, non si sono limitati a passare le informazioni alla polizia keniana, ma nella mattinata di ieri, per essere certi che il blitz avesse successo, l’hanno effettuato loro stessi e con le proprie armi, probabilmente nel timore che omertà e connivenze, avrebbero potuto vanificarlo. E’ del resto abbastanza sorprendente che prima di questa azione, nulla fosse trapelato su ciò che stava avvenendo all’interno di quella scuola che in zona tutti conoscevano.

Il successo dell’operazione, che ha consentito la liberazione delle piccole vittime e l’arresto di due sospetti, ha probabilmente fatto passare in secondo piano la circostanza che ha visto agenti stranieri armati compiere un’incursione in un territorio sovrano qual è il Kenya, invece di affidarlo interamente alla polizia locale. Ma Grace Ndirangu del DCI, Direttorato per le Investigazioni Criminali, si è subito affrettata a riferire che l’azione era stata preventivamente concordata dalle autorità keniane con quelle dei due paesi occidentali coinvolti nella stessa.

L’aula di una madrassa, scuola islamica del Kenya
L’aula di una madrassa, scuola islamica del Kenya

Si procederà ora all’accurata identificazione dei bambini che, una volta accertata la loro identità, saranno riconsegnati ai rispettivi genitori che dovranno poter dimostrare di essere tali. L’interrogatorio dei piccoli, sia per accertarne l’identità che per venire conoscenza degli abusi subiti, dovranno essere condotti con estrema competenza e cautela in consideraione dei terribili traumi psicologici – e forse anche fisici – sofferti durante la prigionia.

Il blitz ha provocato l’immediata e furiosa reazione dello sceicco Hassan Omar, capo del CIPK, il Supremo Consiglio degli Imam del Kenya, che ha definito l’azione delle forze occidentali, come l’ennesimo tentativo di screditare l’islam attribuendogli colpe inesistenti, con il solo risultato di aver compromesso il sereno svolgimento dell’insegnamento scolare cui le madrasse sono esclusivamente dedicate. Insistenti voci di popolo su alcune strane e misteriose attività, svolte all’interno di alcune scuole islamiche, circolavano tuttavia in Kenya da tempo, pur non avendo mai dato origine a più approfondite investigazioni.

L’accaduto, infierisce anche un grave colpo alla popolarità del NASA e al suo leader Raila Odinga, in cui la quasi totalità della presenza islamica in Kenya, si riconosce. Per la prima volta, infatti, dopo l’adozione del sistema multipartitico, nel 1992, l’intera regione costiera, nelle cinque contee che la compongono, è diventata un assoluto feudo del capo dell’alleanza di opposizione.

Franco Nofori
franco.kronos1@gmail.com
@Franco.Kronos1

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