Franco Nofori
Mombasa, 19 dicembre 2017
In aggiunta alla discussa utilità degli aiuti internazionali all’Africa, che vengono spesso dirottati per saziare l’ingordigia dei suoi leader, è ora anche a rischio l’incolumità degli addetti che l’organizzazione World Food Program, delle Nazioni Unite, incarica del trasporto del cibo e di altri generi di rima necessità.
L’ultimo attacco, di cui si ha notizia solo ora, è avvenuto sabato scorso nei pressi della cittadina di Ngala, nello stato del Borno, in Nigeria e ha causato la morte di quattro persone: due autisti e i loro accompagnatori. Il convoglio, carico di aiuti umanitari, che transitava nella zona, scortato da militari nigeriani, è caduto in un’imboscata ad opera di un gruppo armato di terroristi di Boko Haram.
Le fonti ufficiali non hanno ancora fornito dettagli sulla dinamica dell’attacco né hanno saputo spiegare perché i militari di scorta non sono riusciti a reagire e a sventarlo. Lo stato del Borno è la zona più calda della Nigeria, epicentro del conflitto tra le truppe regolari e i Boko Haram che, dalla nascita del loro movimento, datata 2009, sono costati al aese oltre ventimila morti e 2 milioni e 600 mila sfollati.
La scarsa efficienza delle forze di sicurezza governative, nel contrastare l’attività dei terroristi islamici, è già stata oggetto di ripetute critiche, anche dalla stessa ONU che l’anno scorso aveva dovuto sospendere il programma di aiuti in quel territorio, in seguito di un analogo attacco in cui erano periti due addetti. Ora, oltre alla continua strage di civili, l’evento contro gli organismi internazionali di aiuto, si ripete nel grande imbarazzo delle autorità militari che solo all’inizio di questo mese avevano creduto di aver trovato la soluzione, sostituendo il comandante militare della regione, per nominarne un altro ritenuto più esperto. Questo stato di cose, fa apparire quasi grottesca la trionfale dichiarazione, rilasciata due anni fa dal governo nigeriano, secondo cui i Boko Haram erano stati “definitivamente sconfitti”.
Per ora, i veri sconfitti, restano gli sventurati 9 milioni di abitanti della regione, privi di una protezione efficace e ridotti alla fame. Benché il governo abbia annunciato, la scorsa settimana, di aver creato un fondo di 1 miliardo di dollari per dare inizio a un’efficace e definitivo contrasto al sanguinario gruppo terroristico, lo scetticismo verso queste roboanti dichiarazioni, non si attenua. Del resto, i Boko Haram non erano già stati “definitivamente sconfitti” due anni fa? Perché, allora, sprecare inutilmente denaro pubblico?
Certo è che se i vuoti e reiterati proclami dei suoi leader, potessero per incanto trasformarsi in oro, l’Africa sarebbe il continente più ricco del mondo, sempre che le classi al potere e i loro altrettanto avidi entourage, non riescano a metterci le mani prima.
Franco Nofori
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