Franco Nofori
Mombasa, 10 dicembre 2017
Inquietante accusa in Kenya lanciata dal capo della pubblica amministrazione, Edward Ouko, verso i neo-rieletti Uhuru Kenyatta e William Ruto alle rispettive cariche di presidente e vice presidente dell’ex colonia britannica. Si tratterebbe di una gestione quantomeno disinvolta dei fondi assegnati alla “State House” (equivalente del nostro Quirinale) per le sue attività diplomatiche da svolgersi nell’ambito di un budget che non viene reso pubblico, così come non vengono rese pubbliche le varie voci di spesa, proprio a garanzia dell’assoluta discrezionalità delle due massime autorità dello stato.
Tuttavia, benché la legge garantisca tale discrezionalità e segretezza, queste spese devono essere documentate e risultare plausibili all’esame del capo della pubblica amministrazione il quale ha dichiarato che negli ultimi tre anni, Uhuru ed il suo vice, hanno prelevato dal fondo in questione, la non indifferente somma di oltre 22 milioni di euro, producendo una documentazione insufficiente a giustificarle e addirittura avendo effettuato spese totalmente prive di documentazione. “Ci sono grossi prelievi del tutto ingiustificati – ha detto Ouko – ai quali io non posso dare ratifica”.
A titolo di esempio, Edward Ouko, ha citato un prelievo di circa un milione e 400 mila euro, sotto la voce “acquisto veicoli” non meglio identificati, spesa questa che, a giudizio dell’Auditor General, sembra non solo esageratamente eccessiva, ma anche scarsamente attinente alle “attività diplomatiche” svolte dalla presidenza.
Questi sospetti, qualora non esaurientemente chiariti, gettano indubbiamente una luce un po’ fosca sull’attività dell’attuale leadership del Paese che si dibatte in una situazione drammatica, molto vicina al dissesto finanziario. A questo proposito occorre ricordare che l’estenuante processo elettorale, appena concluso, è già costato al paese 700 milioni di euro seguiti da altri 2 milioni e cinquecentomila euro per la cerimonia di insediamento alla presidenza. Cifre astronomiche per una nazione che conta 15 milioni di cittadini sotto la soglia di povertà (un terzo dell’intera popolazione) e che, al momento, non sembra avere significative prospettive di miglioramento.
Finora non sono state ancora rese note reazioni da parte dei due accusati alle affermazioni di Ouko, ma essendo quest’ultimo di etnia luo – la stessa a cui appartiene il leader dell’opposizione Raila Odinga – non è azzardato ritenere che, nei prossimi giorni, si parlerà forse di tentativi denigratori messi in atto dagli avversari per screditare l’alleanza al governo. Resta il fatto che trasparenza e correttezza della pubblica gestione, restano ancora traguardi ben lontani dal realizzarsi.
Franco Nofori
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