Franco Nofori
Mombasa, 22 novembre 2017
Dis-Grace Mugabe, (Grace disgrazia) come l’avevano soprannominata i cittadini dello Zimbabwe, insieme all’altro appellativo di “Grace-Gucci-Mugabe” per la sua sfrenata attitudine di spendacciona a caccia delle più prestigiose creazioni dell’alta moda internazionale, dov’è finita? Dopo l’uscita del coniuge dalla scena politica è sparita. Il tentativo del marito di silurare il vice presidente, Emmerson Mnangagwa, per sostituirlo con la moglie assicurandole così la successione al trono, è miseramente fallito e non solo: è stata probabilmente la classica goccia che ha fatto esaurire i 37 anni di pazienza verso il regime feudale instaurato dalla coppia che ha portato alla rovina un paese considerato uno dei più fulgidi gioielli africani, secondo solo al Sudafrica.
Se per il novantatreenne Robert Mugabe, le forzate dimissioni devono essere state estremamente umilianti e angosciose, molto peggio è l’effetto che avranno avuto sulla moglie Grace che, appena cinquantaduenne, elegante e ancora belloccia, stava pregustando, molti anni di incontrastato potere su un popolo ridotto alla disperazione ed alla fame. Un traguardo senz’altro stupefacente per una semplice segretaria che, grazie alle arti amatorie espresse nel talamo presidenziale, aveva raggiunto la prestigiosa posizione di First Lady, con indiscutibili ed efficaci attitudini ad influenzare le scelte del marito.
Subito dopo l’incruento colpo di stato, si era diffusa la notizia che Grace si fosse rifugiata in Namibia, ma la notizia è stata immediatamente smentita dalle autorità dell’ex colonia tedesca e un portavoce dell’esercito ha dichiarato che la first lady silurata è stata immediatamente arrestata dopo il colpo di stato e tradotta in uno dei numerosi istituti di pena militari del Paese, separandola dal marito per evitare reciproche influenze contrarie alla volontà espressa dal popolo e dalle forze che hanno preso il potere. Si presume sia attualmente soggetta a forti pressioni perché anche lei si dimetta da ogni incarico che deteneva a fianco del coniuge. Intanto la sua ubicazione e mantenuta strettamente segreta.
Alla notizia dell’avvenuto colpo di Stato, poco prima che fosse arrestata, Grace Mugabe, ha avuto il tempo di rilasciare infuocate dichiarazioni ai media. “Io sono la first lady – ha detto quasi gridando – non ho paura di nulla e di nessuno, perché nessuno ha l’autorità di rimuovermi dalla mia posizione. Se credono possono venire qui e spararmi. Io non ho paura!”. Dopo anni di assoluto e incontrastato potere, con arricchimenti da Re Mida, doveva sembrarle del tutto improbabile che quel potere potesse esserle sottratto per l’insignificante volontà di semplici sudditi. Questo atteggiamento ricorda un po’ quello della coppia
Nicolae Ceausescu e la moglie, a seguito del colpo di Stato del 1989 in Romania, mantennero inalterata la propria arroganza, anche di fronte ai fucili che li avrebbero sbrigativamente giustiziati contro uno squallido muro cittadino. Esecuzione raccapricciante che a Grace sarà certamente risparmiata.
Così i trentasette anni di dominio feudale della coppia Mugabe si sono definitivamente conclusi. Il passaggio dinastico del potere, dal marito alla consorte, non potrà realizzarsi, pur contro le sicure aspettative di Grace. Benché a lei e al marito, sia stata garantita l’immunità, è naturale chiedersi cosa farà e dove andrà Grace dopo questa inattesa e pesante debacle, sempre che in un prossimo futuro le sia consentito l’espatrio e non si proceda al sequestro degli ingenti capitali accumulai all’estero ai danni di un popolo che – è la speranza di tanti – ora potrà finalmente dedicarsi al faticoso recupero della propria economia e dei propri diritti sociali, troppo a lungo calpestati.
Franco Nofori
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