Africa ExPress
Mogadiscio, 28 ottobre 2017
Un’autobomba condotta da un kamikaze è esplosa davanti a un albergo di Mogadiscio, il Nashablod 2. Il bilancio è di 13 morti e una ventina di feriti ma è ancora provvisorio perché i terroristi, un commando legato al gruppo fondamentalista Al Shebab, dopo aver fatto esplodere l’auto che avevano imbottito di tritolo, si sono asserragliati all’interno del palazzo con una cinquantina di ostaggi.
Subito dopo un altro veicolo, un minibus anch’esso carico di esplosivo è esploso poco lontano, nei pressi del parlamento. Per fortuna in questo secondo caso i morti sono stati “solo” due.
Il Nasablood 2 (il cui nome significa “Tette enormi”) appartiene ad Abdulkadir Eno, un uomo d’affari che opera anche in Europa. E molto frequentato dai politici locali perché è vicino al parlamento, a differenza dell’originario Nasablood, che invece si trova sulla piazza cosiddetta del Quarto Chilometro.
Proprio oggi doveva tenersi una riunione dei presidenti dei vari Stati che compongono la Federazione Somala. Era prevista la partecipazione del Capo dello Stato, Mohamed Abdullahi Farmajo che al momento dell’attentato non era ancora arrivato. E probabilmente era proprio Farmajo l0bbiettivo dell’attacco.
L’attentato avviene a pochi giorni di distanza da quello che ha causato la morte probabilmente di 400 persone. Finora sono stati recuperati 358 corpi ma ci sono altri 52 dispersi.
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