Dal Nostro Corrispondente
Franco Nofori
Mombasa, 26 ottobre 2017
L’invito di stare a casa e pregare, rivolto da Raila Odinga ai propri sostenitori, è largamente caduto nel vuoto. Sin dalle prime ore del mattino, a Kisumu, Siaya, Kibera, Migori, Mombasa ed altre località minori, nutriti gruppi di dimostranti hanno creato barricate per le strade, acceso falò e distrutto cinte murarie per procurarsi il materiale necessario a formare gli sbarramenti. Nel corso della notte scorsa, alcuni seggi elettorali sono stati resi inaccessibili e la stessa IEBC (Commissione Elettorale) non è riuscita a rifornirli del materiale necessario per procedere al voto.
Le assicurazioni fornite ieri dalle autorità governative, che era stata provveduta la necessaria sicurezza per il pacifico svolgimento del voto, si sono rivelate del tutto infondate e fino al momento in cui scriviamo, i dimostranti, sembrano essere gli assoluti padroni del campo, con timide e per lo più inefficaci reazioni delle forze dell’ordine. Oltre a Mombasa, anche in altre località della costa, come Kisauni e Shanzu, vi sono state manifestazioni violente con insulti e minacce all’indirizzo delle poche auto di passaggio.
I seggi si sono aperti alle 6 di questa mattina e resteranno in funzione fino alle 17. Subito dopo inizierà il conteggio dei risultati. La situazione che si è venuta a creare, rende però perplessi molti costituzionalisti. Può essere ritenuto valido un processo elettorale nel quale un considerevole numero di seggi è risultato inagibile? Paventando queste eccezioni l’IEBC ha comunicato di avere all’esame la possibilità si posticipare le elezioni limitatamente a quelle polling station che non hanno potuto operare, in modo che a tutti sia garantito il diritto al voto.
In pratica è però del tutto improbabile che, nelle zone massicciamente pattugliate di sostenitori del NASA, i pochi ed eventuali avversari, affrontino il rischio di andare a votare, rendendo così l’intenzione dell’IEBC una mera dichiarazione retorica, incapace di tradursi in effetti pratici. Comunque, la pressoché totale, diserzione dal voto da parte dei supporter di Raila Odinga, rende assolutamente scontata la vittoria di Uhuru Kenyatta che, nella tarda mattinata di oggi, ha votato presso un seggio di Gitondo, sua terra d’origine.
A Malindi, Dani e Kilifi, l’esercizio del voto sembra invece essersi svolto in modo tranquillo e senza alcuna contestazione. Buona notizia, questa, per gli operatori turistici che ormai da mesi vivono nel terrore che le confortanti prenotazioni ricevute, per l’alta stagione alle porte, vengano cancellate. Resta solo da augurarsi che i media europei forniscano informazioni accurate, senza creare allarmi indiscriminati che affliggerebbero inutilmente un settore già duramente provato da anni di acuta recessione.
Fino a questo momento, le dimostrazioni, ad esclusione dei due dimostranti feriti ieri dalla polizia a Migori, per colpi di arma da fuoco, non risulta che abbiano provocato oggi altre vittime, ma la giornata è ancora lunga ed anche i giorni che seguiranno, non si può affermare che saranno esenti da disordini, visto che Raila Odinga ha dichiarato che la sua alleanza non considererà mai valide queste elezioni e chiede che le stesse vengano riprogrammate entro 90 giorni da oggi. A questo scopo il suo partito si è trasformato in quello che lui ha definito un “Movimento di resistenza politica”.
Un ulteriore segnale della pericolosità del momento, è anche confermato dal fatto che ben 495 scrutinatori assegnati dall’IEBC ai seggi delle zone calde del NASA, sono scomparsi sottraendosi al loro compito. Davvero difficile dare loro torto visto che anche Sophia Wanuna, giornalista della rete televisiva KTN, che trasmetteva il suo reportage da Kibera (Nairobi), ha subito pesanti minacce con l’ingiunzione di andarsene dai dimostranti del NASA. Va detto a suo merito che la giovane giornalista e il suo cameraman, se pur spaventati, hanno coraggiosamente proseguito a trasmettere il proprio servizio.
Franco Nofori
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