Dal nostro Corrispondente
Franco Nofori
Mombasa, 24 ottobre 2017
A soli due giorni dal voto, il leader dell’opposizione ed ex Primo Ministro del Kenya, Raila Odinga, sembra aver finalmente deciso e dopo una serie di annunci contraddittori, in una conferenza stampa, tenuta nella tarda serata di ieri, ha informato il paese che la sua candidatura alla presidenza del Kenya è definitivamente ritirata e data l’imminenza del voto, questa volta appare davvero improbabile che ci ripensi.
Il voto dell’8 agosto, che assegnava la vittoria al presidente uscente Uhuru Kenyatta, aveva scatenato violente proteste in varie parti del paese con brutali scontri tra le forze di polizia ed i sostenitori del NASA, alleanza che fa capo a Odinga, producendo, ad oggi, il triste risultato di 37 morti, tra cui due bambini. I partiti di opposizione sostenevano che, grazie ad una manomissione del sistema informatico, il Nasa era stato penalizzato con la sottrazione del 15 per cento dall’ammontare dei voti raccolti a loro favore. (http://www.africa-express.info/2017/08/11/kenya-kenyatta-secondo-mandato-ma-raila-non-ci-sta/)
Successivamente, Raila è ricorso alla Corte Suprema per denunciare l’irregolarità dei conteggi e con sentenza del 1° settembre la Corte gli ha dato ragione: ha annullato gli esiti del voto e ordinato che la consultazione elettorale fosse ripetuta entro 60 giorni. (http://www.africa-express.info/2017/09/01/kenya-la-suprema-corte-da-ragione-raila-si-torna-alla-urne-entro-60-giorni/) Il NASA, dopo un immediato trionfo per la decisione dei giudici supremi, ha chiesto però che l’IEBC (Commissione elettorale) fosse sciolta e sostituita da membri non sospetti di parteggiare per l’avversario. Il non accoglimento di questa richiesta ha provocato altre dimostrazioni ed altri disordini, con ulteriori vittime.
Ritenendo che la Commissione fosse corrotta e che quindi la ripetizione del voto, al pari della tornata precedente, sarebbe risultata inattendibile, Raila annunciava il ritiro della propria candidatura, sostenendo che non ci sarebbero più state elezioni in Kenya ed invitando i suoi sostenitori a dar vita a manifestazioni ad oltranza contro l’IEBC. Il 12 ottobre scorso, tuttavia, Raila è sembrato averci ripensato perché ha annunciato che “forse” avrebbe rimesso in gioco la propria candidatura e si è riservato di prendere una definitiva decisione alla vigilia del voto.
Ieri la decisione è stata presa e non fa che confermare il ritiro già annunciato in precedenza. Di nuovo c’è che, tra le ragioni di questa scelta, anche la scioccante fuga dal Kenya della dottoressa Roselyn Akombe, membro di rilievo della Commissione elettorale che ha denunciato di essere stata minacciata da alcuni colleghi perché si rifiutava di aderire ai loro progetti illeciti. Da New York, dove si era rifugiata per proteggere la propria incolumità, ha dichiarato apertamente che quella Commissione da cui si era dimessa: “non era in grado di fornire un risultato elettorale trasparente e quindi credibile”.
Accuse gravissime che hanno ulteriormente acuito le tensioni e infiammato l’opposizione e benchè in un successivo comunicato di questa mattina, Raila Odinga abbia invitato tutti i sostenitori del NASA a non dar luogo a dimostrazioni nel giorno del voto, è ovvio che l’uscita di scena del loro leader non potrà che infuriare i sostenitori e non sembra azzardato attendersi altri scontri e, forse, altre sangue che scorrerà nelle strade del Paese, soprattutto là dove il NASA ha i propri capisaldi: Kisumu, Nairobi, Syaia e Mombasa.
Inquietanti prospettive si profilano per il Paese già prostrato da una grave crisi finanziaria, aggravata anche dalle enormi spese sostenute per l’organizzazione delle due tornte elettorali, stimate nell’iperbolica cifra di cinque milioni di euro (http://www.africa-express.info/2017/09/13/costi-della-democrazia-per-le-elezioni-il-kenya-spende-500-milioni-di-euro/), la disoccupazione, soprattutto sulla costa, è a livelli mai registrati prima ed il rischio criminalità aumenta di conseguenza. A soli due giorni dal voto, nessuno sa predire ciò che succederà dopo il prossime 26 ottobre. Se il NASA dovesse impedire con la forza la costituzione di anche un solo seggio elettorale, le elezioni dovranno essere considerate nulle e si aprirebbe uno scenario dalle implicazioni devastanti.
Chiudiamo con un’annotazione positiva rivolta ai turisti che si accingono a venire in vacanza in Kenya. Tutti i luoghi delle tradizionali destinazioni italiane, Diani, Watamu e Malindi, non presentano rischi in conseguenza alla bagarre politica. Nessuna azione dei dimostranti, com’è già stato rilevato nelle esperienze passate, ha mai interessato gli insediamenti turistici e non vi è ragione per ritenere che ciò avverrà in quest’occasione. L’importante è attenersi strettamente alle istruzioni dei tour operator e a quelle fornite dal sito “Viaggiare sicuri” della Farnesina.
Franco Nofori
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