Africa ExPress
Antananarivo, 24 ottobre 2017
L’epidemia di peste in Madagascar non tende a fermarsi. In due mesi sono decedute più di cento persone e gli ospedali in tutto il Paese hanno accertato oltre millecento casi. (http://www.africa-express.info/2017/10/02/ritorno-della-peste-madagascar-24-morti-e-125-colpiti-dal-virus/)
Anche un cittadino francese è stato contagiato dalla peste polmonare e secondo il direttore generale della Salute pubblica della regione di Atsinanana, francese e proprietario di un ristorante e residente da anni nella zona, non avrebbe risposto alla terapia e deceduto poche ore dopo il suo trasferimento nell’ospedale di Taomasina, nel nord-est dello Stato insulare. E’ stato sepolto subito dopo in una fossa comune per evitare il contagio. E proprio a Toamasina, una città portuale che conta trecentomila abitanti, si è verificata la più alta concentrazione di peste polmonare quest’anno.
La pesta bubbonica ritorna ciclicamente in Madagascar. È una zoonosi, il cui bacino è costituito da varie specie di roditori e il cui unico vettore è la pulce. E’ la malattia dei poveri, del degrado.
La malattia infettiva è di origine batterica, causata dal batterio Yersinia pestis. La variante polmonare si verifica durante un’epidemia di peste bubbonica, e può rappresentare una diretta complicazione della stessa. Vi è un massivo interessamento polmonare, e l’espettorato contiene grosse quantità del batterio responsabile. E’ presente una grave tosse, che produce un escreato ematico schiumoso e dispnea. Se la malattia non viene diagnosticata e trattata con rapidità, la morte è pressoché inevitabile.
Questa infezione è facilmente trattabile con antibiotici appropriati, ma è essenziale che la terapia sia immediata. Si raccomanda il trattamento preventivo per le persone a rischio infezione, come operatori sanitari o familiari dei pazienti.
Finora l’Organizzazione mondiale per la Sanità (OMS) ha inviato 1,3 milioni di dosi di antibiotici nell’ex colonia francese, oltre ad altri aiuti, come disinfettanti e indumenti protettivi per il personale medico e paramedico. Dall’inizio dell’epidemia hanno contratto l’infezione anche trentanove operatori sanitari, proprio per la mancanza di equipaggiamento specializzato. Inoltre, personale dell’OMS e di diverse Organizzazioni umanitarie stanno collaborando con il ministero della sanità malgascio per contrastare la terribile piaga. L’OMS ha già stanziato 1,5 milioni di dollari dal fondo di emergenza, ora attende un ulteriore finanziamento di 5,5 milioni di dollari per far fronte a questa crisi.
L’OMS e la Croce Rossa, stanno addestrando il personale locale per quanto riguarda il seppellimento dei morti per peste, onde evitare ulteriori contagi. Le persone sono terrorizzate dalla malattia, spesso non vanno nei centri specializzati per sottoporsi alle cure appropriate, perché si vergognano di aver contratto l’infezione e ciò comporta nuovi contagi e rende difficile tenere la malattia sotto controllo.
La Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC), l’OMS e altre agenzie internazionali, hanno messo a disposizione anche ambulanze, per assicurare ai pazienti un trasporto sicuro in ospedale; bisogna evitare l’utilizzo dei mezzi pubblici per contenere l’espandersi della malattia. Gli operatori sanitari cercano di recarsi nelle le comunità locali, per informare la popolazione e spiegare la prevenzione e la necessità di recarsi immediatamente in ospedale non appena si presentano i primi sintomi. Attualmente le scuole di ogni ordine e grado sono chiuse, proprio per evitare il propagarsi della patologia. Per lo stesso motivo sono state sospese le visite ai detenuti nelle prigioni.
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