Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 11 ottobre 2017
Il presidente del Malawi, Peter Mutharika, ha annunciato che il suo governo è determinato ad arginare la “caccia ai vampiri”, che sta dilagando nel suo Paese. Ha quindi precisato che sarà aperta un’inchiesta sulla morte di cinque persone, barbaramente ammazzate perché sospettate di essere dei picchiatori di sangue. Inoltre nelle aree meridionali del Malawi è già stato imposto il coprifuoco e nei prossimi giorni Mutharika si recherà personalmente nelle zone affette, per parlare con la popolazione.
Il terrore dei vampiri è talmente forte che persino l’ONU ha ritirato il suo staff dai distretti Mulanje and Phalombe, nel sud dello Stato dell’Africa meridionale dove la popolazione teme la presenza di “persone sanguisuga”. Sono state costituite formazioni di gruppi di vigilanti, che non esitano di ammazzare i presunti vampiri. Il personale ONU resterà temporaneamente a Blantyre, la capitale commerciale del Malawi, distante una novantina di chilometri dalle aree in questione.
Il dipartimento dell’ONU dell’Ordine pubblico e della sicurezza (UNDSS) sta monitorando la situazione da vicino affinché lo staff possa far ritorno quanto prima. Purtroppo la stregoneria è ancora molto radicata nelle credenze popolari in alcune zone e ciò porta anche alla caccia, ai maltrattamenti e spesso all’uccisione degli albini (http://www.africa-express.info/2016/06/10/in-malawi-gli-albini-cacciati-come-animali-per-pratiche-rituali/).
I funzionari dell’UNDSS sostengono che le attuali voci sul vampirismo – e sul terrore che hanno provocato – abbiano avuto origine dapprima in Mozambico e non avrebbero tardato ad arrivare fino nel vicino Malawi, ma non è ancora dato di sapere cosa abbia originato e scatenato questa terribile caccia all’uomo ritenuto vampiro.
Atroci credenze tribali portano regolarmente ad atti incomprensibili per noi in molti Paesi del continente africano (http://www.africa-express.info/2017/07/27/dopo-gli-albini-tanzania-e-sacrifici-umani-kenya-ora-la-volta-dei-calvi-mozambico/)
Finora sarebbero state assassinate cinque persone, alcuni invece sostengono che siano sette, forse anche di più. Diverse organizzazioni non governative hanno sospeso temporaneamente i loro programmi nei due distretti.
Il Malawi è uno dei Paesi più densamente popolato di quell’area geografica. Conta quindici milioni di abitanti, oltre il settanta percento vive nelle zone rurali. Ex-colonia britannica, ha ottenuto la piena indipendenza nel 1964, ma resta uno dei Paesi più poveri dell’Africa. Oltre la metà della sua popolazione vive con meno di 1,25 dollari al giorno. L’aspettativa di vita è tra le più basse del pianeta: quarantanove anni per gli uomini, cinquantuno per le donne e la principale causa di morte è l’infezione da HIV/AIDS.
Qualche anno fa il Malawi è stato travolto da uno scandalo finanziario senza pari. Sessantotto personalità di spicco (politici, tra cui anche un ex-ministro, uomini d’affari, faccendieri, commercianti, alti funzionari) del Paese sono state incriminate per aver sottratto fondi statali per almeno venti milioni di dollari. Ma la cifra, sostengono molti osservatori, potrebbe essere ben più alta. I processi sono ancora in corso. (http://www.africa-express.info/2014/10/19/arrestato-malawi-per-corruzione-lex-direttore-del-budget-e-sua-moglie/)
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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