Africa ExPress
Windhoek, 10 ottobre 2017
Dal 2 ottobre ad oggi sono morti centosette ippopotami nel Parco nazionale Bwabwata nel nord-est della Namibia.
Un funzionario del ministero dell’Ambiente e del Turismo (MET) ha fatto sapere che non si è mai vista una cosa del genere nel Paese. Si sospetta che la moria dei pachidermi sia dovuta ad un’infezione di antrace, causata dal batterio Bacillus anthracis, un germe produttore di spore che possono sopravvivere a lungo nell’ambiente e che si manifesta comunemente in animali selvatici e domestici. I veterinari governativi si trovano attualmente sul luogo per indagare, accertare o confermare la causa che ha provocato questa strage.
Le carcasse di due ippopotami sono stati ritrovati all’esterno del parco, vicino al fiume Kavango. Un’infinità di altre carogne sono state avvistate sparpagliate nel fiume del parco e sulle acque stagnanti.
Casi di antrace si verificano quando il livello dei corsi d’acqua è molto basso. Tra il 2003 e il 2004 casi di antrace sono stati riscontrati in Zambia. Allora erano morti alcuni ippopotami e diversi elefanti. Anche nel 2010 si è ripresentata nella stessa area, uccidendo ottantadue pachidermi e nove bufali dopo essersi abbeverati in acque contaminate. Nel 2004 anche in Uganda soccombevano centottanta ippopotami dopo aver contratto il micidiale batterio. Mentre lo scorso anno questa patologia si è presentata in Siberia, causando il decesso di duemilatrecento renne e di un bimbo. La malattia può essere trattata con un antibiotico, ma deve essere somministrato subito dopo l’avvenuto contagio.
Il governo ha informato gli abitanti dell’intera zona del pericolo antrace, ordinando loro di non consumare la carne degli animali morti, perché la via di contagio più comune è quella che deriva dal contatto con bestie infette, soprattutto durante la lavorazione di derivati animali.
Il parco nazionale Bwabwata è stato creato nel 2007 ed occupa una superficie di 6,274 chilometri quadrati ed è delimato dal fiume Kavango ad occidente e dal Kwando ad oriente, mentre l’Angola si trova al nord e il Botswana a sud. Il Bwabwata è una famosa destinazione turistica, in quanto fa parte dell’area di conservazione transfrontaliera Kavango-Zambesi e ospita molti animali tipici delle zone umide. E’ presente anche un cospicuo numero di elefanti ed è un’importante rotta migratoria per questi pachidermi e altri animali selvatici.
Nel parco vivono più o meno cinquemilacinquecento persone, cosa non usuale in un’area protetta, ma il governo ha coinvolto gli abitanti nella pianificazione e nella gestione del parco.
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