Franco Nofori
Mombasa, 20 settembre 2017
Come Julius Verne insegna, anche le ipotesi più strampalate trovano, a volte, la possibilità di realizzarsi nella realtà. Sarà questo il caso anche per lo stupefacente progetto dell’ingegniere Enzo Siviero di cui l’Ansa ha dato ieri notizia? Per quanto possa apparire bizzarra l’idea di Siviero pare già aver trovato prestigiose istituzioni internazionali pronte a sostenerla, tra queste l’Eamc (Engineering Associations of Mediterranean Countries), Pam (Parliament Assembly of Mediterranean), lo Schiller Institute, il Ministero italiano per lo Sviluppo Economico, la fondazione Craxi, l’Università La Sapienza di Roma, l’Ensit, la Federarchitetti e le Ferrovie dello Stato Italiano.
Enzo Siviero è nato nel 1945 a Vigodarzere in provincia di Padova, nella cui Università ha conseguito, nel 1969 la laurea in ingegneria. E’ stato docente di Tecniche delle Costruzioni presso l’Ateneo di Venezia e nel 1989 ha fondato la rivista Galileo per il collegio ingegnieri di Padova, pubblicazione che dirige tutt’ora. Nel corso della sua carriera professionale si è particolarmente distinto, in italia e all’estero, nella progettazione e costruzione di ponti, meritandosi numerosi premi e riconoscimenti. Attualmente è rettore dell’Università Ecampus di Marsiglia.
La sua proposta, che Papa Bergoglio ha definito come un magnifico “Progetto Visionario”, si realizzerebbe attraverso la creazione di quattro isole artificiali attraverso il canale di Sicilia, con cinque campate di ponti per collegare il Capo Bon a Torretta Granitola a Mazara del Vallo. Una di queste isole, afferma Siviero, si costituirà in un resort turistico, mentre le altre avranno funzioni di gestione tecnica e di ricerca nell’ambito delle energie alternative e dello smaltimento rifiuti.
Oltre alle difficoltà tecniche di una cosi ambiziosa realizzazione che, peraltro, l’ingegnier Siviero minimizza in quanto si tratterebbe di strutture esistenti e già ampiamente utilizzate in altre opere, il principale ostacolo a questo progetto è dato dal suo costo che viene stimato intorno ai 100 miliardi di euro. Trovare finanziatori che coprano un simile fabbisogno sarà tutt’altro che facile, anche perché il maggior beneficiario di questo progetto, tra le potenze economiche europee, risulta essere un solo paese: l’Italia che, quindi, dovrà farsi carico dell’intero costo o, almeno, della sua parte più rilevante.
La Tunisia, malgrado le non indifferenti opposizioni interne che provengono dagli ambienti islamici più ortodossi, si sta gradualmente aprendo ai principi di uguaglianza e di parità dei diritti tra uomo e donna. E’ quindi naturale che veda in questo progetto un modo per collegarsi fisicamente all’Europa per condividerne i sistemi sociali e quelli di affermazione economica. Con una recente circolare, il ministro della Giustizia tunisino, Ghazi Jeribi, ha infatti annullato, definendole incostituzionali, le norme che discriminano la donna sui diritti ereditari (la legger coranica prevede che a loro spetti solo la metà di quanto aspetta al maschio) e la proibizione di contrarre matrimonio con un non musulmano. Da ora in poi le donne tunisine potranno quindi unirsi in matrimonio con chi vogliono, alla pari dei loro concittadini di sesso opposto.
Tornando al progetto del ponte, Enzo Siviero, ha intanto lanciato un invito ai laureati in ingegneria e architettura che vogliano impegnarsi nella formulazione di proposte utili alla sua realizzazione. Quelli che aderiranno all’invito saranno organizzati in gruppi di studio che si occuperanno delle varie componenti del progetto; impatti ambientali, sicurezza, trasporti e sviluppi commerciali ipotizzati. Malgrado l’alto costo dell’operazione, l’ingegniere padovano si dice fiducioso che tanto l’Italia, quanto i paesi dell’Africa settentrionale, sapranno ben valutare i benefici economici derivanti dalla sua realizzazione.
Franco Nofori
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la galleria sottomarina è costosa, mentre il ponte flottante è più economico, è prefabbricato, e realizzabile in pochi mesi (vedi Bosforo e Danimarca)