Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 9 settembre 2017
Venerdì mattina all’alba un folto gruppo di uomini armati ha attaccato il villaggio di Ancha, nell’area del governo locale di Bassa, nel Plateau State, centro-nord della Nigeria, uccidendo almeno diciannove persone, tra loro anche sei bambini, oltre a sette uomini e sei donne. Altre cinque persone sono state ferite.
La polizia di Jos, il capoluogo del Plateau State, non ha ancora terminato gli accertamenti, ma finora tutti gli indizi portano ai pastori semi-nomadi fulani; si sarebbero vendicati dell’omicidio di un ragazzino, prima sparito, poi trovato morto. Gli abitanti del villaggio erano stati ritenuti responsabili prima della sparizione e poi dell’uccisione dell’adolescente dai pastori nomadi. Per questo delitto sono state arrestate già cinque persone. Non così per quanto riguarda la strage di venerdì mattina.
Muhammadu Buhari, il presidente della ex colonia britannica, ha richiamato tutte le parti interessate – i residenti, contadini stanziali, per lo più cristiani, e i fulani, pastori semi-nomadi musulami, giunti nella zona nel XVII secolo provenienti dal Mali – alla calma e all’ordine, per evitare nuovi scontri.
Molti analisti e numerose organizzazioni umanitarie sono convinti che il conflitto tra pastori nomadi e contadini sia sempre stato sempre sottovalutato in questi anni dal governo centrale, eppure, come si evince da un rapporto di SB Morgan Intelligence consulting, negli ultimi vent’anni sono morte tra cinque a diecimila persone durante gli scontri tra agricoltori residenti e i pastori semi-nomadi. Nella pubblicazione della SB le milizie dei fulani sono da ritenersi più pericolose dei terroristi Boko Haram. E anche secondo il database di Armed Conflict Location & Event Data Project (ACLED) l’undici percento delle morti di civili in Africa sono causati da conflitti con pastori.
In Nigeria, dove i sanguinari jihadisti continuano indisturbati o quasi i loro attacchi, alcuni residenti hanno fatto sapere che spesso non riescono a distinguere i terroristi Boko Haram dai miliziani fulani, che da anni non combattono più con machete o forconi, sono invece armati di kalashnikov (AK 47s) e altri fucili automatici di ultima generazione e si presentano come gruppo ben organizzato.
Garus Gololo, presidente di un’associazione di bestiame del Benue State, nell’est del colosso africano, ha sottolineato che spesso gruppi di fulani stranieri arrivano dal Mali, Senegal, Ciad e Niger, attraverso le foreste, rotte sconosciute o quasi, distruggono interi villaggi, uccidono i residenti e poi spariscono nuovamente.
Sono in molti ad aver perso la pazienza e la fiducia nel governo, incapace di contrastare questo conflitto, soprattutto per quanto concerne “l’invasione straniera” di fulani.
I fulani hanno origini antiche. Si ipotizza che siano i discendenti di una popolazione preistorica del Sahara, immigrata in seguito nel Senegal, per poi spostarsi verso l’anno 1000 d.C. lungo le rive del fiume Niger, alla ricerca di nuovi pascoli per le loro mandrie. A loro si deve la diffusione della religione islamica nell’Africa occidentale. Vivono in un territorio che va dalle coste dell’Oceano Atlantico a quelle del Mar Rosso.
Loro stessi si chiamano con il nome “fulbe” (singolare pullo, infatti in francese sono conosciuti come poel), vocabolo che deriva dalla lingua fufulde che significa “nuovo”.
Nel passato i fulani e gli agricoltori vivevano in armonia. I primi, grazie alle loro mandrie, fertilizzavano i campi dei secondi e offrivano latte e carne. In cambio ricevevano grano e altri prodotti agricoli. Con il passare degli anni questa pacifica convivenza è venuta meno. Anzi, si è trasformata in guerra e questo anche a causa dei cambiamenti climatici, sviluppo e incremento delle aree coltivabili da una parte e l’aumento delle mandrie dall’altra.
Questo conflitto d’interessi ha portato a scontri importanti un po’ ovunque, non solo in Nigeria, ma anche tutto il Sahel, con la differenza sostanziale che in nel colosso africano gli agricoltori sono per lo più di religione cristiana, mentre i fulani sono musulmani. Gli Stati più colpiti da questa faida sono: Benue, Taraba, Nasarawa e Plateau, che si trovano al centro della Confederazione nigeriana.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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