Franco Nofori
Mombasa, 1 settembre 2017
Dopo la nuova ferrovia in Kenya, che collega Mombasa a Naiorbi, è ora la volta dell’Etiopia con un realizzazione ancora più ambiziosa. Anche in questo progetto, oggi completamente ultimato, si sono cimentati i cinesi che sembrano aver fatto dell’Africa la loro nuova terra di conquista.
In questa superba opera, che con un complessivo sviluppo di 700 km di ferrovia, collega la capitale etiopica Addis Abeba, a Gibuti, non manca tuttavia una nota grottesca: pare infatti che il nuovo treno elettrico non possa viaggiare perchè la locale società elettrica non è in grado di fornire l’energia necessaria.
Grande imbarazzo per le autorità etiopiche che vedevano nel lancio della nuova ferrovia un ulteriore prova di affermazione allo sviluppo dei trasporti, dopo quella egregiamante fornita dall’attivissima compagnia di bandiera, Ethiopian Airlines.
Il progetto è stato studiato ed eseguito dall’ormai famosa China Railway Engineering Corporation (CREC) che insieme alla China Civil Engineering Construction (CCECC), ha dato vita ad un’opera ciclopica al costo di circa 4 miliardi di dollari USA, sostituendo e prolungando la vecchia strada ferrata a scartamento ridotto con quella internazionalmente adottata. La nuova ferrovia prevede, entro il 2020, una totale estensione di 5 mila km che servano l’intero paese.
Oltre alla linea principale Addis Abeba-Gibuti, saranno subito create altre due linee lungo le quali si progetta di costruire varie infrastrutture, tra cui strade e dighe per la produzione di corrente elettrica. Malgrado la sua scarsa sensibilità nei confronti dei diritti umani, più volte lamentata da Amnesty International, l’Etiopia, che sfiora i 100 milioni di abitanti, ha tuttavia un trend di crescita economica di tutto rispetto che, stando a dati recenti, pare consolidato nell’5,4% ma si propone di raggiungere l’8% entro il 2020.
L’Etiopia, che con l’aiuto del suo partner cinese, si prefigge di costituirsi come polo preferenziale ai traffici commerciali con l’est e il centro Africa, apre così le braccia agli investitori internazionali ai quali assicura assisenza logistica e condizioni altamente allettanti. Ad incoraggiare tali investimenti, il governo etiopico, ha già creato nelle località di Mekelle e Kombolcha, ripettivamente ad 800 e 250 km dalla capitale, due parchi industriali dedicati al settore manufatturiero tessile, sui quattro previsti che insieme a quelli esistenti forniranno un totale di 10 poli industriali.
A detta di Sisay Gemechu, responsabile delle opere pubbliche etiopiche, questo progetto di espansione, nel settore manufatturiero tessile, prevede che entro il 2020 potrà fornire occupazione a 45 milioni di persone e fornirà al paese proventi per un miliardo di dollari. Previsioni, queste, forse un po’ troppo ottimistiche poiché un solo progetto che dia di colpo occupazione a quasi il 50% della popolazione, includendo vecchi e bambini, sarebbe davvero un primato da Guinnes.
Oltre ai 4 miliardi di dollari per la nuova ferrovia – per ora senza corrente – quest’ultimo progetto manufattirero costerà al paese altri 250 milioni di dollari. Forse, ce lo aguriamo, l’Etiopia potrà a medio termine beneficiarne, ma è certo che le imprese cinesi ne beneficeranno subito e questo non può che essere ascritto a loro merito per l’instancabile e determinata intraprendenza sul mercato africano.
Franco Nofori
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