Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 27 agosto 2017
Il generale João Lourenço, delfino del presidente uscente dell’Angola, Edoardo dos Santos, e attuale ministro della Difesa, secondo i dati forniti dalla Commissione elettorale nazionale (CNE), ha vinto questa tornata elettorale storica con il 61,1 percento dei consensi. Il partito al potere, Il Movimento Popolare di Liberazione dell’Angola, del quale dos Santos resterà segretario fino al 2022 è al primo posto, anche se ha perso terreno rispetto alle scorse votazioni. Da non sottovalutare che sugli oltre nove milioni di cittadini aventi diritto al voto, una percentuale relativamente alta, quasi il ventitré percento, non si è presentato ai seggi.
Il “generale” presidente sarà senz’altro ben accolto dalla comunità internazionale, in particolare dall’Italia, che ha concluso ottimi affari a Luanda proprio con il ministero della Difesa. Lo scorso anno, infatti, è stato autorizzata dall’Unità Autorizzazioni Materiali Armamento del nostro ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale l’esportazione di armamenti in l’Angola per un valore che supera gli ottantotto milioni di Euro:
Già fanno impressione che ci siano armi da usare in una guerra chimico-batteriologica e materiali radioattivi, ma quello che più sorprende è che noi vendiamo a un governo che non rispetta i diritti umani materiali per la repressione, delle proteste di piazza, cioè i gas lacrimogeni.
Comunque questo breve elenco emerge dalle comunicazioni ufficiali, ma secondo gli analisti del settore, le forniture sarebbero ben più consistenti. Lo abbiamo segnalato su Africa ExPress alla fine del 2015 con un particolareggiato articolo a firma di Antonio Mazzeo. http://www.africa-express.info/2016/01/23/litalia-arma-le-dittature-africane-affari-milionari-in-angola/
E non dimentichiamo che sotto la presidenza di Lourenço potrebbe ritornare vivo l’interesse per l’acquisto la nostra portaerei Garibaldi, interesse già sollevato sotto il governo Letta, poi sfumato perché l’allora ministro Paolo Mauro ha disertato l’appuntamento con il suo omologo a Luanda nel febbraio 2014 per la caduta del Consiglio dei ministri.
La Garibaldi e altri sistemi di difesa avevano suscitato l’attenzione dell’Angola, grazie al tour dell’ammiraglia della nostra marina militare, la portaerei “Cavour”, che nel 2013-2014 ha portato il made in Italy anche in diversi Paesi africani.
Per quello che riguarda le elezioni, finora gli osservatori internazionali non hanno avuto nulla di cui lamentarsi, anzi, si sono complimentati con la CNE per il lavoro svolto; Augustine Mahiga, a capo della delagazione della Southern African Development Community (SADC) ha sottolineato che considera le elezioni svoltesi in Angola il 23 agosto scorso come un esempio per tutto il continente. La tornata elettorale è stata monitorata anche da osservatori della Economic Community of Central African States (ECCAS), dell’Unione Africana (UA) e dalla Comunità dei Paesi di lingua portoghese (CPLP). Mentre l’Unione europea (UE) ha rinunciato all’invio di una missione, in quanto Luanda non aveva accettato le condizioni imposte dall’UE, compreso l’accesso a tutti seggi elettorali sparsi nel Paese.
La CNE ha già attribuito centocinquanta dei duecentoventi seggi del Parlamento ai rappresentanti del MPLA, che, quindi, potrà promulgare leggi senza l’aiuto di nessun partito all’opposizione. Cosa cambierà dunque nella ex colonia portoghese? Soltanto il nome del presidente, che comunque dipenderà sempre da dos Santos, che resta il segretario del partito e del quale João Lourenço è il numero due.
Il leader del primo partito all’opposizione “Unione Nazionale per l’Indipendenza Totale dell’Angola” (UNITA), Isaias Samakuva, si oppone fortemente ai risultati elettorali comunicati finora dal CNE. In un comunicato ha fatto sapere che i controlli incrociati effettuati dal suo partito non combaciano con quelli comunicati dalla Commissione e ha chiesto chiarimenti.
Il vecchio presidente ha tutelato molto bene la sua famiglia e le persone del suo entourage, che occupano da tempo posizioni chiave nel Paese. La figlia Isabel dos Santos è a capo della Sonangol, la società petrolifera di Stato (http://www.africa-express.info/2016/06/03/il-dittatore-angolano-nomina-la-figlia-a-capo-della-compagnia-statale-del-petrolio/), il figlio amministra il fondo statale petrolifero e anche gli alti funzionari di polizia, dei servizi segreti e dell’esercito sono tutte persone di sua fiducia. In linea di massima nessuna di queste persone dovrebbe decadere con il cambio della guardia al governo perché una delle ultime leggi che ha fatto approvare a grande maggioranza dal Parlamento prevede che le scelte sul personale, effettuate da dos Santos non possono subire variazioni con la nomina del nuovo capo di Stato. Ovviamente questa legge è stato motivo di grandi polemiche, perché limita enormemente la libertà d’azione del nuovo futuro leader del Paese.
Un’altra legge che ha fatto assai discutere è la buona uscita riservata al presidente stesso. Una volta “in pensione” percepirà il novanta per cento dello stipendio attuale, guardie del corpo, macchina, autista, viaggi aerei in prima classe, tutto a spese delle casse dello Stato. Non è chiaro se sia stato creato effettivamente uno status particolare per il presidente uscente. In un progetto di legge, presentato al Parlamento angolano a fine giugno, il partito al potere aveva chiesto che a dos Santos venisse riconosciuto lo status di “presidente della Repubblica emerito onorario”. Dunque una sorta di immunità a vita, in particolare per atti di corruzione. Sembra comunque che nel testo proposto ai deputati siano stati cancellati le espressioni “presidente emerito” e “tribunale speciale”.
João Lourenço è nato nel 1954 e ha iniziato la sua carriera militare combattendo contro i portoghesi durante la guerra dell’indipendenza e in seguito nelle file del MPLA durante la guerra civile angolana. Nel 1978 è partito per l’Unione Sovietica, dove si è laureato in storia. Tornato nel suo Paese nel 1982 è diventato generale dell’artiglieria, ma con un occhio puntato alla carriera politica, dove non sono tardati ad arrivare i primi frutti.
Gli incarichi importanti sono arrivati nel 2003, quando è stato eletto vice presidente dell’Assemblea nazionale, funzione che ha mantenuto fino al 2014, anno in cui dos Santos lo ha nominato ministro della Difesa. Nel 2016 è diventato anche vicepresidente del MPLA e nel dicembre dello stesso anno il partito lo ha proposto come suo candidato alle presidenziali.
Cornelia I. Toelgyes
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