Dal Nostro Corrispondente
Franco Nofori
Mombasa, 24 agosto 2017
Amara risoluzione per “Lion in the Sun” e “The Billionaire”, i due prestigiosi resort di Malindi riservati ai VIP internzionali, creati da Flavio Briatore nella “Little Italy” del Kenya. Il drastico calo degli afflussi turistici nella famosa località costiera dell’Africa orientale, risultavano, ormai da qualche anno, desolatamente semivuoti. Alla crisi del turismo, si sono aggiunti i timori di un’impennata della criminalità – più percepita che reale – determinata soprattutto dalla dilagante disoccupazione conseguente alla chiusura di molte strutture di accoglienza e, non ultime, le attività terroristiche dei somali di Al Shaabab.
Per la verità, mentre crisi del turismo e disoccupazione, sono da registrare come realtà oggettive, il timore di atti terroristici, forse troppo enfatizzati dai media internazionali, sono sicuramente sovrastimati e producono un allarme del tutto immotivato, soprattutto a confronto delle ormai quasi quotidiane azioni terroristiche che insanguinano le strade d’Europa. Dopo la cruenta incursione al centro commerciale Westgate di Nairobi, del settembre 2013, nessun atto terroristico ha mai causato vittime tra i turisti e gli atti di cui hanno diffusamente riferito i media internazionali, per quanto raccapriccianti, hanno sempre interessato zone adiacenti ai confini nordorientali del Paese, ben lontane dalle aree di destinazione del turismo.
Comunque sia, questo reale o presunto stato di cose, ha indotto il noto e discusso uomo d’affari piemontese, a liberarsi dei suoi due gioielli africani ponendoli in vendita. Il “Lion in The Sun”, era a suo tempo nato come residenza di Briatore ed in esso erano transitate tutte le icone della pruriginosa ribalta internazionale. Prime tra tutte l’allora statuaria Naomi Campbell, con cui Briatore ha avuto una lunga love story; poi Silvio Berlusconi, Fernando Alonso, Simona Ventura, Paolo Bonolis, Heidi Klum, Eva Herzigová, la sua bella ed attuale moglie, Elisabetta Gregoraci, ed altri prestigiosi esponenti del mondo dello spettacolo e della politica.
Il “Billionaire”, realizzato più recentemente a pochi passi di distanza dal “Lion in The Sun” e con accesso alla spiaggia, è quello che ha avuto vita più breve. Ancora non si conoscono le cifre che Briatore chiede per i due resort, ma certamente non può trattarsi di un’inezia e in un mondo in cui l’apparenze ed il prestigio, possono essere facilmente acquisiti in soldoni, non dovrà sorprendere se non pochi taycoon internazionali se ne contenderanno l’acquisto.
Affermato uomo d’affari, guascone spregiudicato, impenitente Don Giovanni, affarista abile e privo di scrupoli, Flavio Briatore ha accentrato su se stesso sentimenti contrastanti di rispetto, repulsione, invidia e sfrenata ammirazione. Canonicamente non bello, ha tuttavia avuto tra le donne più desiderate del mondo e nella sua scalata verso il successo, ha indubbiamente dimostrato una tenacia ed un intuito vincenti che vanno ascritti a suo credito, benché, lungo quel percorso, non si sia curato troppo di chi calpestava.
Nato nel 1950 a Verzuolo, modesto Comune in provincia di Cuneo, da genitori entrambi maestri di scuola, Flavio Briatore ha conseguito, con qualche fatica, il diploma di geometra, subendo due bocciature, ma subito dopo ha dato le prime prove delle sue ambizioni e della sua ecletticità. Le stesse che l’avrebbero presto portato alla ribalta internazionale. L’ascesa a quella ribalta sarà però costellata non solo da successi ma anche da ombre piuttosto inquietanti.
Per raccontare l’intera evoluzione della sua scalata al podio della notorietà ci vorrebbero così tanti tomi da riempire una libreria, la stessa libreria della sua lussuosa casa londinese nell’esclusivo quartiere di Knightsbridge in cui, per darsi un tono da letterato, Briatore allineò una lunga teoria di libri finti che, ahimé, andarono distrutti nel 1993 per una bomba fatta esplodere davanti all’abitazione. Bomba che, dalla polizia britannica, fu un po’ troppo frettolosamente addebitata all’IRA
Briatore inizia la sua attività come assicuratore nel cuneese e apre un ristorante, il “Tribulà” che in dialetto piemontese sta per “tribolazione”. Ed effettivamente questo primo esordio nell’imprenditoria si rivela piuttosto “tribolato” perché poco dopo dovrà chiudere i battenti sommerso dai debiti, ma il rampante giovanotto, un po’ dandy e un po’ playboy, non si dà per vinto e capisce subito che il costruire qualcosa offre esiti troppo incerti e faticosi, meglio infilarsi in progetti già ben consolidati creati da altri. Da qui, con il trasferimento a Milano, comincia il suo formidabile e inarrestabile percorso verso la meta.
Nel perseguire i sui scopi, il geometra cuneese, non si mostrerà mai schizzinoso né turbato da scrupoli morali. Entrerà in proficui rapporti con la Benetton; intratterrà amicizie con Bettino Caxi, Emilio Fede, Silvio Berlusconi. Si dedicherà al gioco d’azzardo insieme all’amico Emilio con il quale accalappierà facoltosi polli da spennare. Per liberarsi del pilota brasiliano di Formula 1, Roberto Moreno, falsificherà certificati medici in modo che questi lo dichiarino inabile alla guida. Tratterà affari con personaggi vicino agli ambienti mafiosi, tra cui i Gambino ed i Genovese, pur senza restarne mai formalmente invischiato.
Un’accurata biografia di Flavio Briatore è prodotta dalla fatica di tre giovani giornalisti: Andrea Sceresini, Maria Elena Scandaliato e Nicola Palma, che l’hanno raccolta nel libro “Il signor Billionare; ascesa, segreti, misteri e coincidenze“ della Aliberti Editore. In cui si legge che nella cerchia delle conoscenze di Briatore “non mancano i personaggi discutibili, il gioco d’azzardo, le truffe, la latitanza all’estero e le morti sospette”.
E proprio a seguito di queste truffe che Briatore – come racconta il libro – sarà condannato in primo grado a un anno e sei mesi dal tribunale di Bergamo e a tre anni da quello di Milano. Scaltro, come ha già dimostrato di essere, sfuggirà al carcere rifugiandosi St Thomas, nelle isole Vergini. E qui, fidando nulle periodiche inizitive salva-galera che caratterizzano il sistema italiano, aspetterà paziente fino al 1990 quando una benefica admistia cancellerà ogni colpa e lo restituirà intonso ai suoi affari e ai suoi fans.
Da lì in poi la sua ascesa prenderà sempre più forza e lo farà diventare, per eccellenza, il simbolo delle riviste gossipare. Dalla sua residenza di Montecarlo, che condivide oggi con la bella moglie Elisabetta, si cimenterà nelle corse di formula uno e in una lunga serie di altre attività redditizie, fino alla creazione dei due resort keniani che sono ora in vendita. Difficile prevedere se questo allontanerà per sempre Briatore da Malindi e – se ciò avverrà – difficile anche decidere come leggere questo eventuale allontanamento: per il Kenya sarà una fortuna o una sventura?
Franco Nofori
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