Egitto, pugno di ferro contro i media: bloccato il sito di Reporter senza Frontiere

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Sito bloccato in Egitto di Reporter senza Frontiere

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Il Cairo, 20 agosto 2017

Repoter sans Frontière (RSF) fa sapere nella sua pagina web, che il loro blog non è più raggiungibile in Egitto dal 14 agosto.

Chiuso, bloccato per ordine del governo egiziano. In questo Paese non ci si stupisce più di nulla; la libertà di espressione è un optional da anni; centinaia di siti d’informazione e news sono stati chiusi recentemente, precisamente dalla fine del 2016, data nella quale Abdel Fattah el-Sisi, presidente dell’Egitto, ha varato una nuova legge a dicembre 2016, riguardante i media e che prevede la creazione di un Consiglio supremo per l’amministrazione dei media.

Tale consiglio è autorizzato a revocare le licenze ai media stranieri, di multare o sospendere le organizzazioni di stampa. Gli analisti considerano questa nuova legge un duro colpo alla democrazia e alla libertà di stampa.

Sito bloccato in Egitto di Reporter senza Frontiere
Sito bloccato in Egitto di Reporter senza Frontiere

RSF hanno chiesto spiegazione all’Egitto per queste misure ed ha invitato le autorità competenti di togliere il blocco per di rendere visibile la loro pagina. L’accesso al sito (https://rsf.org), che condivide a livello mondiale le violazioni contro la libertà di stampa in diverse lingue, incluso l’arabo, è stato bloccato in Egitto dal 14 agosto 2017.

Impossibile accedere alla pagina in nessun modo, né via Vodafone, Orange, Estalate e tantomeno via Tedate, di proprietà dello Stato egiziano. Con questo gesto l’Egitto si è allineato agli Stati non democratici come l’Iran e la Cina, che hanno bloccato RSF ben due volte in passato.

RSF ha contattato diversi enti governativi telefonicamente, anche il Ministero per le telecomunicazioni e il Consiglio supremo citato sopra, nessuno ha saputo dare una spiegazione perché il sito di RSF in arabo sia stato bloccato.

Un addetto stampa del National Telecommunications Regulatory Authority (NTRA) ha sottolineato che non sono responsabili di questo blocco e il Consiglio supremo per l’amministrazione dei media ha promesso a  Alexandra El Khazen, responsabile esecutivo per il Medio oriente di RSF, che avrebbe aperto un’inchiesta. Promesse simili erano state fatte ad altri media, bloccati in passato. Nessuno ha mai ricevuto una scusa plausibile. Dal 24 maggio sono stati chiusi ben centotrentacinque siti;  nessuno dei responsabili ha ricevuto una comunicazione ufficiale a riguardo.

Comunque RSF ha potuto verificare che il proprio sito è stato chiuso dopo aver condannato l’arresto extra giudiziario di Mahmoud Abou Zeid, conosciuto anche come Shawkan, che si trova da ben quattro anni nelle putride galere egiziane senza accusa formale alcuna.

Africa Express

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