Dal Nostro Inviato Speciale
Massimo A. Alberizzi
Nairobi, 16 agosto 2017
Raila Odinga ha deciso di rinunciare alle proteste e alle azioni violente e di rivolgersi alla Corte Suprema del Kenya perché annulli le elezioni che hanno portato alla vittoria il suo rivale Uhuru Kenyatta, che lui ha battezzato “un presidente generato dal computer”, con riferimento agli imbrogli informatici del risultato, secondo lui, falso.
L’annuncio, che ribalta quanto era stato deciso in precedenza, è stato dato durante una conferenza stampa: il leader dell’opposizione keniota ha sostenuto che comunque non riconosce il risultato dalla Commissione Elettorale Indipendente (IEBC) viziato da brogli informatici. Il conteggio dei voti è stato infatti affidato a un computer che ha avvantaggiato – secondo Odinga – il suo antagonista facendolo vincere con il 54 per cento dei suffragi.
La conferenza stampa è stata introdotta da un monsignore protestante con una preghiera. “Che Dio faccia conoscere la verità a tutti, che apra gli occhi al governo e dia tranquillità, giustizia e verità al Kenya”.
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Da sinistra il senatore James Orengo, organizzatore della campagna della NASA, Kalonzo Musyoka, candidato vicepresidente, ai microfoni Raila Odinga e Musalia Mudavadi, segretario della coalizione
Dopo aver sottolineato che la NASA (la coalizione National Super Alliance, che sostiene Odinga) non accetterà mai un risultato falsato dai brogli e annunciato il ricorso alla Corte Suprema, ha sottolineato di aver ammirato il comportamento degli elettori. “Hanno atteso in fila ordinatamente e con pazienza. Ho visto mamme con il loro bimbo legato in spalla, anziani in pacifica attesa, non c’era caos ma grande ordine. I kenioti hanno dimostrato di credere nella democrazia ma la loro volontà è stata tradita. Il processo elettorale è stato corretto. Anche nei seggi i conteggi sono stati precisi e regolari. Gli imbrogli sono avvenuti durante il calcoli elettronici dei voti: sono stati violati i computer perché i risultati favorissero Uhuru”.
“E’ la terza volta che viene proclamato presidente chi non ha vinto – ha raccontato – così per la terza volta è stata ribaltata la scelta degli elettori. Kenyatta è stato dichiarato vincitore a mezzanotte anche se non era finito il conteggio. Perché tutta questa fretta? Perché si doveva correre in questo modo?”
Infine un’assunzione di responsabilità: “E’ nostro compito difendere la Costituzione che ci dà il diritto di ottenere giustizia pacificamente senza bisogno di fare ricorso alla violenza. La Nasa non patteggerà per nessun motivo. La questione delle elezioni truccate in Kenya non riguarda solo il nostro Paese, ma tutta l’Africa e la democrazia del mondo intero. E’ per questo che chiediamo la solidarietà di tutti”.
E’ stato duro nei contenuti ma conciliante nei termini, Raila. In questi giorni ha avuto colloqui a 360 gradi soprattutto con gli ambasciatori presenti a Nairobi, non solo occidentali. Non ha attaccato gli USA e l’Europa, come aveva fatto subito dopo l’annuncio della vittoria di Uhuru, quando non erano state accolte le sue richieste di indagine.
La commissione elettorale aveva riconosciuto che c’era stato un tentativo di intrusione nei sistemi informatici ma l’attacco era stato respinto. Odinga durante la sua conferenza stampa ha sostenuto che la IEBC ha ammesso di non essere in possesso delle schede di voto cartaceo e che quindi un riconteggio dei suffragi sarà impossibile.
La scorsa settimana Uhuru Kenyatta aveva incassato l’appoggio, non ufficiale ma chiaro, degli osservatori indipendenti, tutti i gruppi compresi Commonwealth, Fondazione Carter e Unione Europea i quali avevano sostenuto che le elezioni si erano sostanzialmente svolte regolarmente.
Durante la conferenza stampa Odinga odierna non ha escluso manifestazioni e altre azioni di protesta. “Dobbiamo tenere alta l’attenzione su questa grossa ingiustizia elettorale, restare vigili, organizzare veglie silenziose, rullare i tamburi”, scendere in piazza, ma ha escluso azioni di violenza ”di cui il Kenya non ha bisogno”. “Siamo di fronte a due strade – ha aggiunto -: quella autarchica e quella della libertà. Se vinceremo noi sarà imboccata la seconda”.
Le strade degli slam di Nairobi erano vuote poco prima della conferenza stampa del leader dell’opposizione trasmesso in diretta da tutti i network kenioti. La gente era assiepata davanti ai televisori nei bar in attesa di vedere Odinga e di ascoltare le sue dichiarazioni.
Nel panorama politico keniota, sgrossando i termini e con una carta approssimazione si può collocare Uhuru Kenyatta in una posizione di destra/centrodestra e Raila Odinga a sinistra/centrosinistra. Fatto sta entrambi sono ricchi, come per altro le loro famiglie, e l’economia keniota in qualche modo circola attorno ai loro interessi.
Massimo A. Alberizzi
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