AFRICA

Calma in Kenya, Raila ricorre all’ONU e la Società Civile alla corte suprema

Dal nostro Corrispondente
Franco Nofori
Mombasa, 14 agosto 2017

Giornata tranquilla, oggi, e senza violenze di rilievo in tutto il Paese, inclusi gli slum di Nairobi e la zona di Kisumu. Lo sciopero a cui Raila Odinga aveva chiamato ieri i suoi sostenitori, ha avuto un parziale successo, ma solo nelle bidonville della capitale. Molti esercizi hanno ripreso ovunque le normali attività, benchè alcuni siano rimasti ancora chiusi paventando un ritorno delle violenze.

Uhuru, oggi, ha fatto la sua prima apparizione pubblica dopo il voto, quando con un imponente scorta di auto e di moto, si è reacato all’Harambee House di Naiorobi. Il suo irriducibile avversario, Raila Odinga, ha invece fatto ricorso alla Nazioni Unite chiedendo il loro intervento per una approfondita investigazione sul meccanismo elettorale. Secondo quanto ha ripetutamente dichiarato ritiene di aver subito manomissioni a ad opera degli opponenti politici. Il leader del NASA ha anche rinnovato la sua totale sfiducia sia nei confronti della Commissione Elettorale, sia della Corte Suprema, a suo dire, entrambe controllate da Uluru Kenyatta. Ha poi ribadito la delusione sull’operato degli osservatori internazionali, soprattutto quelli americani guidati da John Kerry, per la superficialità con cui hanno condotto i loro controlli sull’operato dell’IEBC.  

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Una signora spiega cosa succede nella notte a Lucky Summer e a Baba Dogo

Nella giornata di ieri vi è anche stato il misterioso suicidio di Orenge Nyabicha, un alto funzionario dell’IEBC (la Commissione Elettorale del Kenya) che ha lasciato una nota in cui attribuiva il gesto estremo all’impossibilità morale di condividere i brogli attuati dall’organismo di cui faceva parte. La morte sarebbe stata causata da una deliberata intossicazione a base di ossido di carbonio presente nelle esalazioni di una stufa a cherosene trovata nel suo alloggio dagli investigatori. La diffusione di questa notizia ha scatenato molte opposte reazioni sui social network. I sostenitori del NASA vi leggono una tragica conferma dei brogli, mentre quelli del Jubilee, imputano agli avversari di aver creato una messinscena che avvalori la tesi complottistica ai loro danni.

Gli abitanti di Mathare e di Kibera, hanno anche denunciato violente incurisioni contro di loro ad opera di gruppi di Mungiki (la setta kikuyu, fuorilegge, che si identifica nel movimento indipendentista dei mau mau). Eventi peraltro confermati dalle stesse autorità di polizia che continuano a pattugliare in forze le zone più a rischio, ribadendo di non aver mai fatto uso di munizioni vere e attribuendo la morte della bambina di nove anni, colpita ieri sul balcone di casa, alle armi in possesso dei dimostranti.

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Il racconto dell’irruzione della scorsa notte negli appartamenti di Lucky Summer 

Gli abitanti di Lucky Summer uno slam di Nairobi, sostenitori in maggioranza di Raila Odinga, raccontano ad Africa ExPress che questa notte alcuni appartamenti sono stati devastati da squadracce armate di machete (che qui sono chiamati panga) e coltelli. “Vestivano uniformi militari ma non erano militari. Alcuni avevano i capelli con i dreadlocks (i nodi particolari che usano i rasta, ndr) – commenta George Otieno -. Impossibile che fossero soldati. Sono stati i Mungiki.

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Un abitante di Lucky Summer spiega il suo punto di vista sulle elezioni

Difficile, anche per il più accurato dei cronisti, districarsi tra i falsi e le verità enunciate da entrambi gli oppositori e non resta quindi che riportare le dichiarazioni degli uni e degli altri, senza alcuna possibilità di smentirle o di avvalorarle. Certo è che tutto lascia intendere che la questione del voto, malgrado la pace che attualmente pare regnare nel paese, sia tutt’altro che risolta. Raila Odinga afferma di essere stato depredato della vittoria per la terza volta e non è disposto a tollerare il sopruso, benché non intenda – ha assicurato – candidarsi nuovamente alla carica presidenziale.

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Un banchetto vende pesce fritto a Lucky Summer

Tuttavia, se il candidato sconfitto, non intende ricorrere alla Corte Suprema del Kenya, ha annunciato di volerlo fare domani, in sua vece la Kenya Civil Society, un’Istituzione non governativa che tutela il diritto e la legalità contro ogni atto – di origine sia pubblica, sia privata – che leda questi principi. La petizione, se satà presentata come promesso, rischia di far slittare il giuramento previsto per domani del neo riconfermato presidende Uhuru Kenyatta e del suo vice William Ruto.

Domani Raila Odinga ha convocato una conferenza stampa (l’ora e il luogo saranno comunicati all’ultimo momento per motivi di sicurezza) in cui annuncerà le mosse che intende intraprendere “per ribaltare un risultato elettorale vergognoso”, sono le sue parole.

Franco Nofori
franco.kronos1@gmail.com
@Franco.Kronos1

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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