Kenya: Kenyatta ottiene il secondo mandato ma Raila non ci sta

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Uhuru Kenyatta, presidente del Kenya

franco nofori francobolloDal nostro Corrispondente
Franco Nofori
Mombasa, 11 agosto 2017

La conferma che tutto il Kenya ansiosamente attendeva, è arrivata poco fa per bocca di Wafula Chebukati, capo dell’IEBC, la Commissione Elettorale del Kenya: Uhuru Kenyatta è stato ufficialmente riconfermato quale presidente del Kenya per il suo secondo mandato che scadrà nel 2022. Vice presidente è anche riconfermato William Ruto. Il paese può finalmente tornare alle proprie occupazioni ed alla normalità, nella speranza che questa nomina venga pacificamente accettata anche dagli sconfitti.

Uhuru Kenyatta, presidente del Kenya
Uhuru Kenyatta, presidente del Kenya

La proclamazione del vincitore, annunciata per le 12 di oggi, presso la sede dell’IEBC, la Commissione Elettorale del Kenya, è stata prima rinviata alle 14.30, poi alle 16.15, poi ad un’ora indeterminata e dopo un ulteriore rinvio, annunciato alle 18.30, finalmente, ben oltre le 22, quando gli ospiti accreditati in sala stavano meditando la fuga, Chebukati ha rivelato ai presenti, la decisione cui è pervenuto il suo Istituto dopo un’accurata disamina dei risultati ed ha comunicato il rinnovo della carica presidenziale a Uhuru Kenyatta che, con il 52% dei voti, ha sconfitto il Rivale Raila Odinga che ha totalizzato il 44 per cento.

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Poco dopo le 19, i rappresentati del NASA, per bocca di Masalia Mudavasi e James Orengo, visibilmente stizziti, avevano rilasciato durissime dichiarazioni alla stampa, informando che lasciavano il Bomas in segno di protesta per l’indisponibilita dell’IEBC a dare una risposta alle loro istanze. Lo stesso aveva più o meno dichiarato Raila Odinga nella serata di ieri, in un’intervista rilasciata alla CNN, nella quale aveva aspramente criticato anche la superficialità degli osservatori internazionali, soprattutto americani e dell’Unione Europea. “Non hanno approfondito le nostre contestazioni. – si è lamentato il leader del NASA – Tutto ciò che hanno definito corretto è stato il processo del voto presso i seggi da loro visitati. Ma il problema non risiede nei seggi, ma nella trasmissione dei risultati all’IEBC!”  Raila ha comunque esortato i suoi sostenitori alla calma ed ad una serena attesa nella speranza che  la situazione venga chiarita. “Nessuno deve più morire in Kenya a causa delle elezioni. Non voglio che si ripetano i massacri del 2008.”

Meno tranquillizzanti sono state invece le parole del senatore Orengo che, dopo aver accusato l’IEBC di connivenza con il candidato al potere ha testualmente detto: “Poichè la Commissione Elettorale rifiuta di garantire giustizia, a questa ci penserà il popolo del Kenya”. Dichiarazione, questa piuttosto inquietante, che non si allinea certo alle esortazioni alla calma cui tutti i candidati hanno fatto appello. Con l’annuncio di questa posizione i senior rappresentanti del NASA, avrebbero così lasciato anche intendere che non ricorreranno alla Corte Suprema del Kenya, giundicando quel ricorso un atto inutile.

James Orengo e Musalia Mudavadi (NASA) annunciano l’abbandono della sede dell’IEBC
James Orengo e Musalia Mudavadi (NASA) annunciano l’abbandono della sede dell’IEBC

Prima ancora dell’annuncio ufficiale, i sostenitori di Uhuru Kenyatta, nella cittadina di Gatundu, terra d’origine si Jomo Kenyatta, padre dell’odierno vincitore e primo presidente del Kenya, hanno dato vita ai festeggiamenti inneggiando ad Uhuru ed innalzando i vessilli del Jubilee, l’alleanza politica da lui capeggiata. E’ singolare che solo la sera precedente, i sostenitori di Raila Odinga avessero fatto altrettanto, dopo che il loro leader si era auto-proclamato vincitore.

Se il popolo del Kenya merita un plauso, per l’ordine, la calma, la pazienza ed il senso civico che ha saputo dimostrare nell’adempiere al dovere elettorale, non si può sottacere come questi risultati appaiano ancora una volta caratterizzati, non dall’accurata scelta dei programmi di governo presentati dei candidati, ma dall’assoluta fedeltà alla propria tribù. Insomma, come direbbe Wilbur Smith, una democrazia del tutto africanizzata.

A tarda sera sono scoppiati degli scontri tra polizia e dimostranti nel quartiere povero di Kibera. Gli agenti per difendersi hanno sparato proiettili reali e non come ci si aspettava di gomma.

 Franco Nofori
franco.kronos1@gmail.com
@Franco.Kronos1

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