Franco Nofori
Mombasa, 5 agosto 2017
Quattro persone, un americano, un canadese e due ghaniani, esperti di processi elettorali, entrati legalmente in Kenya su invito del NASA, il partito di Raila Odinga, cui dovevano offrire la propria consulenza, sono stati arrestati. Sono improvvisamente scomparsi dalla casa in cui alloggiavano nella zona di Westland a Nairobi. La notizia è stata diffusa dal senatore James Orengo con una breaking news della sua newsletter questa mattina, ma il fatto è avvento ieri sera.
Secondo le testimonianze della gente del luogo, le forze di polizia hanno fatto irruzione nell’alloggio dove hanno arrestato i quattro. Li hanno caricati alquanto bruscamente sul retro di un furgone di servizio che è partito in tutta fretta alla volta dell’aeroporto Jomo Kenyatta.
Questa notizia ha creato sconcerto ed apprensione nell’opinione pubblica che vi vede un ulteriore elemento destabilizzante ai fini di assicurare un consulto elettorale condotto nella legalità e nella trasparenza e soprattutto, non caratterizzato da violenze. “Non sappiamo dove i nostri quattro consulenti siano stati portati – ha detto Orengo – ed il nostro timore e che vengano espulsi”. Ha poi aggiunto che prenderà al più presto contatto con l’ambasciata degli Stati Uniti per verificare con essa il destino dei quattro stranieri.
Orengo ha anche commentato il raid avvenuto ieri sera negli uffici del NASA, in cui sono state distrutte o asportate varie attrezzature informatiche. Raid che lui sospetta sia stato attuato da forze di polizia in abiti borghesi. Un’analoga denuncia era già stata presentata anche da Musalia Mudavadi, leader dell’ANC (Amani National Congress), un raggruppamento politico alleato al NASA di Raila Odinga.
Secondo quanto da lui dichiarato, la sede del suo partito sarebbe stata oggetto di un’aggressione da parte di uomini armati di bastoni che hanno fracassato mobili ed atttrezzature. Ha anche denunciato che gli impiegati dell’ufficio del NASA, preposto alla raccolta dei riusultati elettorali, erano stati maltrattati ed intimiditi da gruppi di violenti sconosciuti.
Dal canto suo, il comandante della polizia di Nairobi, Japhet Koome, ha liquidato tutte le rimostranze relative ai pretesi abusi, dicendo di non averne alcuna risultanza. Al momento in cui scriviamo i fatti riferiti non offrono altri riscontri e appaiono ancora velati da approssimzioni ed incertezze che, probabilmente, troveranno chiarimenti ufficiali nei giorni a venire.
Franco Nofori
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