Dal Nostro Corrispondente
Franco Nofori
Mombasa, 27 luglio 2017
Le atroci credenze tribali che sopravvivono tenacemente in Africa, malgrado la lenta ma costante emancipazione del continente, prendono ora di mira gli uomini calvi. La loro cavità cranica, a detta degli stregoni che praticano gli orrendi riti, conterrebbe enormi ricchezze e la materia cerebrale in essa contenuta avrebbe grandi qualità propiziatorie.
Dopo la caccia agli albini in Tanzania, e le vittime sacrificali umane sulla costa del Kenya per propiziare un buon raccolto, tocca ora al Momzambico dare una spietata caccia agli uomini calvi per renderli oggetto di orrificanti riti che ne scarnificano le membra per farne monili porta fortuna.
Il mese scorso, nel distretto di Milange, tre uomini calvi sono stati trovati decapitati e due persone sospettate di essere le esecutrici dell’omicidio sono state arrestate dalla polizia. Con loro, il numero di queste vittime sale a cinque nel solo spazio di pochi mesi. A detta di Miguel Caetano, spokeman della polizia di Maputo, i clienti di questi raccapriccianti frammenti di carne umana non sono soltanto le genti delle remote zone del paese, ma anche e soprattutto ricchi uomini d’affari della Tanzania e e del Malawi. Questo fa comprendere che le credenze superstiziose che affliggono l’Africa non condizionano solo le menti umili e prive di scolarizzazione, ma anche persone ricche e socialmente evolute.
Le autorità del Mozambico, sostanzialmente impotenti di fronte al preoccupante fenomeno, non hanno trovato di meglio da fare che mettere in guardia gli uomini calvi del paese dicendo loro che devono ritenersi possibili bersagli della mattanza e questo ha diffuso un preoccupante senso di allarme acuito dalla consapevolezza di essere impotenti nel contrastare il pericolo.
I calvi che ne hanno i mezzi progettano di trasferirsi altrove, altri sono ricorsi ai parrucchini, inoltre, nei confronti delle pratiche di stregoneria che mettono a rischio la vita umana, si sono rafforzate le attività delle organizzazioni religiose e umanitarie volte a sensibilizzare i popoli più culturalmente arretrati affinché abbandonino queste efferatte credenze, cercando di dimostrarne l’inefficacia, ma l’opera è tutt’altro che facile, giacché si tratta di convinzioni profondamente radicate nell’intima essenza di ogni individuo e a tentare di rimuoverle si può correre anche il rischio di provocare reazioni violente.
Non è infatti raro che le stesse vittime, albini e calvi, siano esse stesse convinte di possedere le proprietà magiche che vengono loro attribuite e chi ha vissuto a lungo in Africa sa che anche una semplice bronchite è vista dai popoli locali, non come un fatto causale dovuto ad agenti batterici, ma è più spesso il frutto di un sortilegio attuato da uno stregone. A questi stregoni ricorrono anche molte giovani donne prostitute che, per rendere permanenti le attenzioni di uomini facoltosi, preferibilmente bianchi, propinano loro, naturalmente a loro insaputa, intrugli disgustosi ottenuti mescolando residui del flusso mestruale uniti ad altre innominabili schifezze.
Analoghe pozioni possono anche finire nei piatti di ignari residenti europei da parte del loro personale di servizio. Lo scopo? Quello di farsi benvolere dai datori di lavoro, far perdonare le loro marachelle e magari, di riconoscergli anche un aumento di stipendio.
L’Africa era, è e rimane, un continente splendido, misterioso ed anche un po’ inquietante perché totalmente diverso, quasi sotto ogni aspetto, dal mondo a cui siamo abituati. Occorre quindi avvicinarglisi con rispetto, modestia e senza tentare di trapiantargli, come troppi cercano di fare, immediate dosi di quella civilizzazione occidentale, che ci fa sovente ritenere i depositari del sapere cosmico.
Franco Nofori
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