Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 13 luglio 2017
Terzo lago africano per estensione e primo per profondità, il Lago Nyassa è lungo 560 km. con un larghezza che arriva fino a 75 km. La sua profondità, che scende a 700 m., ne fa uno dei laghi più profondi del pianeta.
Patrimonio Unesco
Dal 1984 il Lake Malawi National Park, nella parte meridionale del lago, è patrimonio dell’umanità Unesco con motivazioni molto particolari. È una delle aree di eccezionale bellezza naturale e importanza estetica; ha esempi eccezionali che rappresentano significativi processi ecologici e biologici in corso nell’evoluzione e nello sviluppo di ecosistemi dell’acqua dolce e delle comunità di piante e animali; contiene gli habitat naturali più importanti e significativi per la conservazione in situ della diversità biologica, inclusi quelli contenenti specie minacciate di valore universale eccezionale dal punto di vista della scienza o della conservazione.
Ha quindi un delicatissimo ecosistema, unico al mondo. Il lago Nyassa ospita circa 800 specie di pesci e, secondo il Wwf, circa il 14 per cento delle specie di pesci d’acqua dolce del mondo. Il 99 per cento di queste si trovano solamente in questo grande lago.
Con la conferma che il fondale del lago è ricco di idrocarburi l’ecosistema del lago potrebbe essere a rischio. A rischio anche l’approvvigionamento alimentare delle popolazioni di Malawi, Tanzania e Mozambico che vivono sulle sue sponde e si nutrono del pescato.
Idrocarburi e ambiente
I blocchi di intervento sono sei e quelli che interessano il fondale del lago sono quattro: 2 e 3 affidati a Surestream e 4 e 5 a Rakgas, compagnia petrolifera degli Emirati Arabi Uniti.
Surestream ha portato avanti indagini di impatto sociale e ambientale e nel 2013 ha passato all’egiziana Hamra Oil la ricerca approfondita di idrocarburi dei blocchi 2 e 3. Indagini gravitazionali a gravità magnetica e di gravità completa hanno indicato potenziali accumuli di idrocarburi soprattutto nelle zone più profonde del lago nell’area rivendicata dalla Tanzania.
Antony Livuza, segretario del ministero delle Miniere, energia e ambiente di Lilongwe è fiducioso che Surestream possa fare un lavoro rispettoso dell’ambiente. Ma quali sono i rischi ambientali di un ecosistema così fragile?
Carlo Alberto Garzonio, geologo, direttore del dipartimento di Geologia dell’Università di Firenze: “Non esiste rischio zero quando si fanno questo tipo di ricerche. È una questione di accettazione del rischio e questo è un problema esclusivamente politico e ovviamente dipende sia dalle attrezzature che dalle tecniche utilizzate per l’estrazione del gas o del petrolio. C’è da tener presente che le indagini e le perforazioni vengono effettuate in un lago e in caso di perdite è molto più complesso lo smaltimento degli idrocarburi. In una situazione ambientale di pregio come quella del lago Nyassa l’impatto è elevatissimo”.
E il geologo si chiede: ”È allora tollerabile la perforazione di pozzi petroliferi in un lago di acqua dolce chiuso come quello in questione? E che tipo di certificazione ambientale esiste? Quali saranno le contromisure rispetto a tutti gli impatti che una situazione di questo tipo può generare? Esistono degli enti neutrali che possono controllare? Solo avendo maggiori dati e informazioni è possibile essere più precisi sull’impatto che questi interventi possono avere. Il forte dubbio dal punto di vista tecnico-scientifico esiste perché è una situazione ad alto impatto ambientale”.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
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Crediti foto:
– Pesci Mbuna della specie Melanochromis cyaneorhabdos
CC BY-SA 2.5, Collegamento
– Lago Nyassa dal satellite
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