Africa ExPress
Bamako, 18 giugno 2017
Un commando di terroristi ha attaccato poco fuori Bamako, la capitale del Mali un villaggio turistico, frequentato soprattutto da stranieri. I morti sono almeno due (uno è franco-gabonese) e i feriti quattro, tra cui un soldato maliano. Sono state liberate trentotto persone che erano state prese in ostaggio. Non si conosce ancora la nazionalità delle vittime. Gli assalitori che si erano barricati dentro la struttura erano stati circondati da forze speciali dell’esercito mariano (le Forsat, create nel 2016), da soldati delle Nazioni Unite dell’operazione MINUSMA (United Nations Stabilization Mission in Mali) e da soldati francesi dell’operazione antiterrorismo Bakhane, che hanno fatto irruzione in serata.
L’attacco è cominciato oggi nel primo pomeriggio. Molti ospiti erano ancora assiepati nel ristorante mentre altri erano immersi in piscina o sulle sedie sdraio ai suoi bordi.
Le Campement Kangaba, il resort assalito, si trova a Dougourakoro, a est della capitale Bamako. Durante il week end è frequentato dai ricchi maliani e dai numerosi espatriati che lavorano nel Paese nella missione MINUSMA, nelle agenzie delle Nazioni Unite e nelle varie Organizzazioni Non Governative. Ci sono anche parecchi italiani che in questo momento risiedono nell’ex colonia francese.
Pochi giorni fa, il 9 giugno, l’ambasciata americana a Bamako aveva diffuso un comunicato in cui ammoniva gli stranieri a stare molto attenti per un possibile attentato
Ancora nessuno dei numerosi gruppi jihadisti che combattono im Mali ha rivendicato l’attacco. Le fazioni jihadiste collegate ad Al-Qaeda controllano le grandi distese di deserto nel Mali settentrionale. Grazie all’afflusso di miliziani e di armi provenienti dalla guerra civile in Libia, nel 2012, hanno preso il posto della rivolta tuareg che era stata lanciata anni prima.
L’ultima alleanza tra gruppi fondamentalisti islamici si chiama Jama’at Nusrat al-Islam wal-Muslimin (gruppo per il sostegno dell’Islam e dei musulmani o al-Qaeda in Mali), che incorpora al-Qaeda nel Maghreb islamico (AQIM), al-Mourabitoun, Ansar Dine e il Fronte di Liberazione del Macina.Tra i suoi leader c’è Mokhtar Belmokhtar, algerino capo di al-Mourabitoun e ex comandante militare di AQIM, l’uomo che ha organizzato attacchi terroristici in Mali, Algeria, Niger e Burkina Faso.
Il comandante terrorista è stato l’obiettivo di numerose operazioni militari e di attacchi aerei stranieri, molte volte è stato dato per morto ma qualche tempo dopo ricompariva vivo e vegeto e pronto a combattere la sua jihad contro l’Occidente.
Il numero delle vittime è salito a quattro. Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha fatto sapere in un comunicato che durante l’attacco di ieri sono morti anche due impiegati dell’Unione europea (UE), uno di nazionalità maliana, l’altro portoghese.
Mentre fonti del ministero per la Sicurezza di Bamako hanno comunicato che quattro assalitori sono stati uccisi, mentre altre cinque persone sono state arrestate.
Solo qualche tempo fa, il proprietario del Campement, Hervé Depardieu, di nazionalità francese, ha protestato più volte contro gli allarmismi diramati dal ministero degli Esteri di Parigi, che sconsigliano ai viaggiatori di recarsi nella ex colonia. “Riceviamo sms di allerta quasi quotidianamente dal Consolato. Ci tolgono la gioia di vivere e la nostra libertà”. – aveva precisato Depardieu.
Salif Traoré, ministro della Sicurezza e della Protezione civile, ha fatto sapere che il numero dei morti è salito a nove: tre civili e due militari, oltre ai quattro terroristi, tra loro tre di etnia fulani. L’attentato è stato rivendicato dal gruppo di jihadisti di recente formazione “Gruppo di sostegno dell’Islam e dei musulmani”, guidato da Iyad Ag-Ghali, vecchia figura indipendentista touareg, diventato poi capo jihadista e fondatore di Ansar Dine.
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