Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 16 giugno 2017
In Eritrea i diritti umani continuano ad essere violati. L’ha sostenuto Sheila B. Keetharuth durante la trentacinquesima sessione del Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite, che si è svolta oggi a Ginevra. La signora Keetharuth, ha presentato all’assemblea il suo rapporto sulla situazione nella nostra ex colonia.
La Keetharuth ha sottolineato che nel piccolo Paese africano i diritti umani sono completamente assenti: arresti arbitrari, detenzioni in incommunicado, sparizioni forzate e un’organizzazione del servizio militare nazionale, paragonabile a un vero e proprio stato di schiavitù che rendono la vita impossibile.
“Mi dispiace davvero, ma il governo eritreo non ha fatto alcuno sforzo per cambiare l’attuale stato di cose: continua a infrangere i diritti umani, violazioni che sono state descritte dalla Commissione d’inchiesta dell’ONU come crimini contro l’umanità”. (http://www.africa-express.info/2015/06/08/lonu-attacca-il-governo-eritreo-e-responsabile-di-crimini-contro-lumanita/). E ha aggiunto: “L’Eritrea non ha mantenuto le sue promesse. Ora basta con la retorica, il governo deve assolutamente tradurre in fatti i suoi obblighi e salvaguardare i diritti umani”.
Anche se ultimamente le autorità di Asmara hanno preso contatto con alcune Organizzazioni che si occupano di diritti umani, sostanzialmente non è cambiato nulla. “Non c’è alcuna volontà o intenzione di punire coloro che in passato hanno leso pesantemente i diritti umani nel Paese. Inoltre lo Stato è ancora senza Costituzione, è carente delle istituzioni fondamentali che sono la base di uno Stato di diritto”, ha specificato il relatore speciale. Infine ha aggiunto: “A tutt’oggi questo governo vieta l’ingresso ad esperti internazionali per controllare lo stato delle cose”.
Kate Gilmore, vice Alto commissario per i Diritti umani delle Nazioni Unite, ha voluto sottolineare che recentemente membri della Direzione dell’Ufficio dei Diritti umani dell’ONU hanno potuto effettuare due missioni nella nostra ex colonia, una terza è prevista per il mese di luglio. La Gilmore ha inoltre fatto sapere che il governo ha dato il consenso per dei corsi di formazione riguardanti i diritti umani e le relative normative in ambito internazionale e nazionale. A tali corsi parteciperanno giudici, pubblici ministeri, avvocati, agenti di polizia e guardie penitenziare. Nell’ambito dell’United Nation Development Programme (UNDP) corsi di preparazione di questo tipo vengono fatti da anni, peccato solo che la maggior parte dei partecipanti di allora, dopo qualche tempo hanno lasciato il loro Paese.
Nella nostra ex colonia non esiste un sistema giudiziario indipendente, tantomeno un parlamento eletto democraticamente oppure un’assemblea legislativa, figuriamoci partiti all’opposizione o giornali liberi; è dunque ovvio che non c’è spazio per i diritti fondamentali dei cittadini, che continuano a scappare da questa prigione a cielo aperto.
Al visitatore occasionale o ai vari politici europei che ultimamente si sono recati nel piccolo Stato del Corno d’Africa per verificare ciò che i rifugiati denunciano, Asmara, la capitale, sembra una città africana meravigliosa, candidata a patrimonio dell’UNESCO. Le poche persone che incontrano sorridono, sono accoglienti con lo straniero e sono spaventati e certamente non raccontano le loro sofferenze e il loro dolore. Pochi hanno occasione di visitare l’Eritrea vera, che piange i suoi figli lontani, forse morti annegati o torturati in una qualche prigione libica. Chissà se questi visitatori avranno potuto vedere i villaggi, dove per lo più sono rimasti solo i vecchi e i bambini, figli dei giovani partiti per cercare un futuro e la libertà fuori dalla propria patria.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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