Dal Nostro Corrispondente
Giorgio Maggioni
Antananarivo, 7 maggio 2017
Dopo una difficile annata per la coltura del riso, caratterizzata da una stagione delle piogge arrivata molto in ritardo e culminata poi in un ciclone che ha colpito tutta la parte nord e est del Madagascar, la ridotta produzione del 2017 sta pian piano raggiungendo i principali mercati dell’isola, calmierando leggermente l’enorme aumento del prezzo di questo bene primario che incide fortemente sulle economie della già provata popolazione locale.
Con circa 20 milioni di tonnellate di consumo interno (circa una tonnellata all’anno a nucleo famigliare,una delle più alte al mondo) la produzione interna ormai da anni non basta più a soddisfare la domanda. E’ ferma dagli anni 70 e nonostante occupi il 45 per cento del terreno coltivato, soffre di un’arretratezza a livello di tecnologia agricola e di investimenti nel settore. Una situazione questa che obbliga sia i commercianti sia il governo a importazioni annuali da Paesi dell’Estremo Oriente.
Quest’anno il ritardo nelle consegne e la scarsa quantità di riso importato, unito al fatto dei problemi climatici, avevano portato il prezzo del riso a livelli insostenibili per i portafogli della popolazione malgascia. Le zone del nord est colpite dal ciclone e le zone del sud colpite da una carestia che dura ormai da due anni avevano visto il prezzo del riso triplicare. Sicuramente il pessimo stato dei trasporti e un cartello dei grossisti hanno ampliato il problema, ma il governo non ha saputo secondo molti rispondere velocemente al problema che già in aprile si stava profilando.
Il governo davanti alle richieste delle associazioni dei consumatori e dei deputati dell’opposizione ha puntato il dito contro la speculazione e conta ormai sulla fine della stagione dei raccolti per riportare tutto alla normalità.
Giorgio Maggioni