Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 24 maggio 2017
“Una motovedetta libica ha sparato diversi colpi interrompendo le nostre operazioni di recupero. La situazione era sotto controllo almeno fino a quando non abbiamo udito i primi spari e visto le persone a bordo del gommone picchiate. Circa 100 persone in preda al panico si sono gettate in acqua e hanno cercato di raggiungere a nuoto la nostra nave e l’Aquarius. Due gommoni con i rifugiati venivano dirottate nuovamente in direzione della Libia dalla motovedetta. Al momento è impossibile capire se ci siano state vittime nè quante esse possano essere. Abbiamo rischiato anche noi di essere colpiti”.
Questo il racconto nel pomeriggio di ieri riportato sulla pagina Facebook dell’Organizzazione non governativa tedesca “Jugend rettet”. Gravi violazioni commesse da una nave con le insegne della Guardia costiera libica. Da alcune ore la navi Aquarius di SOS Mediterranée e Medici senza frontiere (MSF), Iuventa, dell’ONG Jugend rettet e Vos Hestia di Save the children erano impegnate in operazioni di salvataggio di circa mille migranti, imbarcati su undici gommoni.
L’azione di ieri è molto probabilmente il risultato degli ultimi accordi sottoscritti domenica scorsa a Roma tra il nostro ministro degli Interni, Marco Minniti, e i suoi omologhi di Libia, Arif al Khojah, Ciad, Ahmat Mahamat Bachir e Niger, Mohamed Bazoum.
La cooperazione congiunta per la protezione dei confini è stato l’obbiettivo cardine dell’ incontro per contrastare in questo modo il terrorismo e il traffico di esseri umani.
Tale intesa prevede tra l’altro di rafforzare la guardia costiera libica, per renderla autonoma nel fermare i barconi con a bordo i profughi diretti verso l’Italia. Le prime motovedette italiane sono già state consegnate da Minniti; le restanti dovrebbero essere consegnate a breve. A bordo di queste navi ci saranno gli uomini formati recentemente nell’ambito dell’operazione Sophia di Eunavfor med (http://www.africa-express.info/2016/10/29/al-via-laddestramento-della-guardia-costiera-libica-importante-ruolo-dellitalia/).
E’ anche prevista la preparazione del personale addetto al controllo delle frontiere nella nostra ex colonia. Un’equipe congiunta – libica/europea – si occuperà della loro formazione, come ha specificato Vincenzo Tagliaferri, alto funzionario di polizia italiana, a capo della missione dell’Unione Europea per il controllo delle frontiere (EU Border Assistance Mission in Libya) EUBAM.
Il nuovo trattato comprende anche la creazione di centri di accoglienza in Niger e Ciad, Paesi di transito per migliaia di migranti, provenienti per lo più dall’Africa occidentale. E’ la rotta per raggiungere i porti libici per imbarcarsi verso le nostre coste. I nuovi campi di detenzione e espulsione dovranno rispettare i criteri umanitari internazionali e anche quelli già esistenti nella nostra ex colonia dovranno essere adattati a tali standard.
I quattro ministri degli Interni hanno convenuto sull’assoluta necessità di creare un’economia alternativa per contrastare quella illegale collegata al traffico di esseri umani.
Secondo gli ultimi dati del Viminale, dall’inizio dell’anno al 21 maggio sono giunti in Italia 50.041 migranti, per lo più partiti dalla Libia. Oltre milleduecento persone hanno trovato la morte nello stesso periodo nel tentativo di attraversare il tratto di mare che separa il nostro Paese dalla Libia.
Minniti non lascia nulla di intentato, il nostro governo e l’Europa tutta si avvalgono della collaborazione di partner africani, assai corrotti, autoritari e cleptocrati, e che non rispettano i diritti umani delle persone in fuga.( http://www.africa-express.info/2016/09/07/gli-accordi-segreti-tra-europa-e-dittatori-africani-per-combattere-limmigrazione-illegale/).
In febbrario il nostro presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, aveva firmato un Memorandum of Understanding con il suo omologo libico, Fāyez al-Sarrāj. Tale memorandum è stato sospeso dalla Corte d’Appello di Tripoli, ma L’ordinanza della corte resta ignorata. (http://www.africa-express.info/2017/03/28/pasticci-dellunione-europea-che-non-riesce-fermare-migranti-e-profughi/)
In un comunicato di Amnesty International rilasciato proprio ieri, l’Organizzazione accusa l’Italia di venire a meno degli obblighi internazionali aiutando la Libia a intercettare i rifugiati nel Mediterraneo. (https://www.amnesty.it/aiuti-alla-libia-litalia-sta-aggirando-suoi-obblighi-internazionali/).
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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