Cornelia I.Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 20 maggio 2017
Da qualche giorno in Angola ci si interroga sullo stato di salute del presidente, Eduoardo Dos Santos, al potere dal 10 settembre 1979. L’agenzia di stampa angolana “ANGOP” in un breve comunicato del 1° maggio aveva annunciato che il presidente si sarebbe assentato per una quindicina di giorni per una visita privata a Barcellona.
A tutt’oggi Dos Santos non è tornato nella ex colonia portoghese e il governo non ha rilasciato nessun commento circa la sua assenza e il suo stato di salute. Eppure da oltre una settimana circolano voci inquietanti dopo un articolo, pubblicato in un social network, che lo dava persino morto. Notizia che figlia prediletta Isabel, la donna più ricca dell’Africa (http://www.africa-express.info/2016/01/28/angola-isabel-dos-santos-donna-piu-ricca-dafrica-e-figlia-del-presidente/) ha subito classificata come falsa e finalizzata a creare confusione nel Paese.
Il maggiore partito dell’opposizione, il National Union for the Total Independence of Angola (UNITA) ha chiesto chiarimenti al governo. Lo ha fatto sapere Raul Manuel Danda, parlamentare e vicepresidente dell’UNITA, sottolineando che: “La salute di Dos Santos è una questione che concerne tutti quanti, non si tratta di un segreto di Stato. Ho avuto l’impressione che non stesse molto bene negli ultimi mesi. Sarebbe dovuto ritornare a Luanda lunedì scorso, ma così non è stato”.
Nel suo sito web “Maka Angola”, Rafael Marques noto giornalista investigativo e attivista per i diritti umani, arrestato e processato più volte dal regime, riporta il 15 maggio che il vecchio leader sarebbe stato colpito da un attacco ischemico transitorio; un ictus, detto in parole povere.
In effetti, negli ultimi mesi il presidente si è mostrato raramente in pubblico e, lo scorso febbraio aveva annunciato che non si sarebbe ricandidato alle prossime elezioni che dovrebbero svolgersi il prossimo 23 agosto. Il partito al potere, il Movimento popolare per la liberazione dell’Angola” (MPLA) ha disegnato come suo candidato l’attuale ministro della Difesa, Joao Lourenço.
Dos Santos nasce nel 1942 in un quartiere povero della capitale Luanda. Sa cosa significa la repressione: si iscrive ancora giovanissimo all’ MPLA (Movimento popolare di liberazione dell’Angola) e nel 1956 il governo coloniale lo costringe all’esilio. Dapprima in Francia, poi in Congo e per ultimo si trasferisce in Russia, dove termina gli studi come ingegnere. Torna nel suo paese nel 1970 e, dopo l’indipendenza dal Portogallo, nel 1975 diventa ministro degli esteri.
Nel 1979, dopo la morte di Agostinho Neto, viene scelto come presidente. Da rivoluzionario combattente per la libertà si trasforma in feroce dittatore. Sua figlia, Isabel, è una delle donne più ricche del mondo, grazie alle royalties versate dalle compagnie petrolifere (occidentali e non). Soldi diretti senza vergogna nei conti all’estero della famiglia “imperiale” che da comunista è diventata cleptocrate. Repressione è la parola d’ordine e per i giornalisti stranieri ottenere un visto di entrata è quasi impossibile: il governo vuole mantenere il più possibile segrete le sue malefatte.
Lo scorso 17 aprile sono state arrestate e picchiate sette persone perché nel corso una manifestazione chiedevano trasparenza per la prossima tornata elettorale. Gli attivisti sono stati processati e condannati a quarantacinque giorni di galera e ad un ammenda di trecentonovanta dollari. Secondo le informazioni in possesso di Amnesty International, i sette non avrebbero goduto di un processo equo.
In un appello, la stessa organizzazione ha chiesto proprio ieri alle autorità di non approfittare delle manifestazioni pacifiche per punire i cittadini solo perché dissentono dalle opinioni del proprio governo. Una marcia di protesta per attirare l’attenzione pubblica sul caso dei sette attivisti condannati, era prevista per questa mattina.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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