Dal Nostro Inviato Speciale
Franco Nofori
Nairobi, 16 maggio 2017
La notizia è stata diffusa pochi giorni fa e rivela che il 9 maggio, alle 18.15 ora del Kenya, il presidente americano Donald Trump ha telefonato al suo omologo keniano, Uhuru Kenyatta, assicurandogli la continuità dei rapporti di collaborazione ed amicizia tra i due paesi. Il capo di stato americano si è anche augurato che le elezioni politiche di agosto, possano svolgersi in modo civile, trasparente e pacifico nel pieno rispetto dei risultati che emergeranno dalle urne.
L’auspicio di Trump, come ha dichiarato l’ambasciatore americano in Kenya, Robert Godec, non si esaurirà in una semplice espressione di speranza, ma verrà concretizzato con il contributo di circa 3 milioni di dollari che il governo del paese africano dovrà destinare al rafforzamento delle misure di sicurezza, affinché la consultazione elettorale si svolga in modo corretto, senza brogli né violenze intimidatorie nei confronti dei votanti. Una parte di questa donazione dovrà anche essere utilizzata per una campagna educativa verso gli elettori sul significato del voto democratico che implica l’accettazione delle scelte espresse dalla maggioranza.
E’ ancora vivo il ricordo dei tragici disordini che esplosero in Kenya prima e dopo le elezioni del 2008 quando la cronaca registrò indicibili carneficine che lasciarono sul campo oltre 300 vittime, con episodi davvero raccapriccianti come quello riferito alle 50 donne e bambini bruciati vivi all’interno di una chiesa. Questi scontri portarono il paese sull’orlo di una guerra etnica. La comunità internazionale non vuole che quei drammatici fatti si ripetano ed è proprio sul rafforzamento di questa volontà che si fonda l’aiuto americano.
“Gli Stati Uniti” – ha detto l’ambasciatore Godec – “non esprimono preferenze per specifici candidati o partiti politici, ma vogliono dare il proprio contributo affinché il popolo del Kenya possa votare in totale libertà e sicurezza”.
E’ abbastanza emblematico che solo la scorsa settimana fa abbiamo dato notizia di un blocco degli aiuti statunitensi al sistema sanitario del Kenya per l’emergere di gravi episodi di corruzione, mentre oggi la situazione si rovescia e ci mostra un’America che torna ad essere generosa. Difficile non leggere in queste due opposte decisioni, un monito rivolto al Kenya, ma anche, in senso esteso all’intera Africa, che sembra suonare così: “Se pensate di fare i furbi con i nostri soldi, resterete all’asciutto, ma se vi serve il nostro aiuto per progetti onesti e seri, noi non ci tireremo indietro”
Franco Nofori
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