Culture di mais in Zimbabwe
Africa ExPress
Harare, 28 aprile 2017
Le abbondanti piogge di quest’anno e gli interventi mirati del governo dello Zimbabwe hanno contribuito ad un raccolto eccezionale quest’anno. Grazie a questo felice connubio, il Paese è oggi in grado di esportare l’eccedenza di produzione. Quasi un miracolo, visto che all’inizio di febbraio dello scorso anno la ex colonia britannica aveva dichiarato lo stato di calamità naturale in diverse regioni del Paese (http://www.africa-express.info/2016/02/05/12294/).
Il “Command Agriculture programme” del governo ha stanziato finanziamenti, sementi, pesticidi e fertilizzanti lo scorso anno per contrastare la scarsa produzione agricola, dovuta in gran parte alla siccità.
Bishow Parajuli, coordinatore locale delle Nazioni Unite nello Zimbabwe, ha sottolineato: “Abbiamo raggiunto lo scopo: il Paese è ora indipendente, non ha più la necessità di importare cibo. Bisogna ammettere che molte persone sono ancora malnutrite e vivono in stato di insicurezza alimentare. Siamo molto concentrati su quel fronte”.
La stagione delle piogge a cavallo tra il 2016 e il 2017 è terminata con la prima settimana di aprile. Le precipitazioni sono state fin troppo abbondanti. Le inondazioni hanno ucciso duecentosettantasei persone, oltre duemila hanno perso la casa e tutti i loro averi (http://www.africa-express.info/2017/03/05/zimbabwe-la-gente-e-allo-stremo-ma-mugabe-festeggia-nello-sfarzo-il-suo-93-compleanno/). E’ stato dichiarato immediatamente lo stato di calamità in tutto il Paese e non è mancata nemmeno la richiesta di fondi alla comunità internazionale
Il vicepresidente, Emmerson Mnangagwa, ha voluto precisare che per la prima volta dopo oltre vent’anni il Paese è in grado di produrre mais a sufficienza per il fabbisogno interno, anzi, sarà addirittura in grado di esportarlo. Ma ora non si sa dove conservare tutta questa produzione. E’ indispensabile che venga immagazzinata al più presto, se si vuole trarre profitto da questo eccezionale raccolto.
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