Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 20 aprile 2017
L’Uganda ha iniziato a ritirare le proprie truppe dalla Repubblica centrafricana, dove hanno dato la caccia per anni a Joseph Kony, leader della Lord’s Resistance Army (LRA), in italiano, l’Esercito di Resistenza del Signore, e ai suoi miliziani.
Anche gli Stati Uniti, che dal 2011 hanno partecipato con un gran numero di soldati alla caccia del leader del LRA, hanno chiuso “l’operazione caccia a Kony” a fine marzo. Tom Waldhauser, capo delle Forze armate degli USA in Africa, ha fatto sapere che tale operazione è costata una fortuna: tra seicento e ottocento milioni di dollari in sei anni e ha precisato: “Anche se Kony non è mai stato catturato, l’LRA si è notevolmente indebolito, anzi si è ridotto ad un gruppo ribelle insignificante. In questi anni abbiamo neutralizzato centinaia, forse migliaia di miliziani”. La missione americana era stata autorizzata dall’allora presidente Barack Obama nel 2010: un centinaio di uomini delle forze speciali statunitensi sono state inviate nel CAR come appoggio alle truppe regionali, impegnate a contrastare i miliziani del gruppo ribelle.
Sul sanguinario leader del LRA pende un mandato di cattura emesso dalla Corte Penale Internazionale (CPI) dell’Aja per crimini contro l’umanità. Attualmente è sotto processo nella città olandese uno degli ex principali aiutanti di campo di Kony, Dominic Ongwen, un ex bambino soldato, diventato uno dei più sanguinari guerriglieri del LRA. Dovrà rispondere a settanta capi di accusa per crimini di guerra e contro l’umanità. Dopo anni di latitanza, Ongwen si era consegnato spontaneamente nel 2015. Un processo certamente complesso per il duplice ruolo dell’imputato: vittima e carnefice.
LRA, un gruppo ribelle ugandese, ma attivo anche in diversi altri Stati africani (Repubblica centrafricana, Congo-K, Sudan, Sud Sudan) è stato fondato verso il 1987, dal fondamentalista cristiano Joseph Kony con l’intento di rovesciare il governo ugandese del presidente Yoweri Museveni, per instaurare un regime fondato sui dieci comandamenti, anzi un undicesimo è stato aggiunto dal leader: divieto assoluto di andare in bicicletta, pena dell’amputazione di una gamba. Ma LRA è stata attiva anche in Sud Sudan, Congo-K, nella Repubblica Centrafricana, nel Sud Sudan e in Sudan.
Questo gruppo è ritenuto responsabile di almeno centomila morti, del sequestro di oltre sessantamila minori e di averli trasformati in bambini-soldato; è accusato di torture, matrimoni forzati nonché stupri, per ottenere bambini da trasformare in soldati o in mogli per i soldati. Alle giovani donne spesso venivano tolti i neonati per essere usati come oggetti di scambio.
Circola voce che oggi Kony sia seriamente ammalato e, secondo quanto riferito da un ex ribelle che ha abbandonato l’LRA lo scorso anno, soffrirebbe di ulcere peptiche. Attualmente il leader darebbe meno importanza all’acquisto di nuove armi per il gruppo; la sua attenzione sarebbe piuttosto rivolta ai medicinali per curare la sua patologia, difficilmente reperibili nella travagliata Repubblica Centrafricana (CAR) dove si presume che si trovi attualmente. Pare che Kony ordini ai suoi combattenti di saccheggiare farmacie e ospedali per procurarsi le terapie necessarie per le sue ulcere, che provocano dolori e bruciori importanti allo stomaco.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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