Africa ExPress
Harare, 18 aprile 2017
La Corte suprema di Harare ha condannato le punizioni corporali nell’ambito scolastico e casalingo nei confronti di minori.
Anche se la sentenza con le relative motivazioni deve essere ancora depositata, la decisione del giudice David Mangota è stata presa in seguito alla denuncia di un genitore, Linah Pfungwa, perché il figlio durante lo scorso anno scolastico, quando frequentava la prima elementare, era stato picchiato dall’insegnante durante le lezioni.
“Le punizioni corporali non devono far parte dell’educazione di un bambino, sia a scuola che a casa. Ritengo che questo tipo di castighi costituiscano un atto di violenza nei confronti dei piccoli, un abuso fisico intollerabile, che può provocare lesioni, come abrasioni, fratture della ossa, ematomi e quant’altro. Tali abusi possono provocare danni permanenti seri e talvolta essere causa di morte nei minori”, ha precisato l’avvocato della Pfungwaga nella querela.
Mangota ha riconosciuto le obiezioni della Pungwaga e ha precisato che la sua sentenza sarà depositata presto.
Non appena sarà confermato il “verdetto”, lo Zimbabwe sarà in linea con i Paesi (un terzo su scala mondiale) che vietano infliggere punizioni corporali ai bambini.
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