Cornelia I.Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 24 marzo 2017
Il ministero degli Esteri francese ha confermato il rapimento di un cittadino francese nel Ciad. Le generalità dell’uomo non sono state ancora rese note. Secondo, l’emittente radio francese, Europe 1, l’uomo, sulla sessantina, sarebbe un impiegato di una società mineraria. E’ stato rapito mentre trasportava i salari per i dipendenti dell’impresa a sud di Abéché, città nell’est della ex colonia francese, non lontana dal confine con il Sudan.
Una fonte militare ciadiana ha reso noto che l’uomo è stato sequestrato giovedì mattina molto presto ed è stato portato via da un gruppo di uomini armati, arrivati sul luogo con un pick up e delle moto. La stessa fonte ammette che per il momento non si sa ancora nulla dei rapitori, ma assicura che le ricerche sono in corso e che sono stati attivati tutti i mezzi per ottenere la sua liberazione.
Nel 2009 è stato sequestrato un altro cittadino francese, l’agronomo Laurent Meurice, che all’epoca si trovava in missione per il Comitato internazionale della Croce (CICR) nell’est del Ciad. Meurice è stato rilasciato dopo tre mesi. Il sequestro era stato rivendicato dalle “Aquile di liberazione dell’Africa” un gruppo ribelle sudanese nel Darfur, poco conosciuto.
Il Darfur, provincia del Sudan, che confina con il Ciad, uno dei principali alleati della Francia nella lotta contro il terrorismo, è devastato dalla guerriglia cominciata nel 2003 e ancora in atto, sebbene ufficialmente viga una tregua. Il quartiere generale della missione antiterrorista Barkhane si trova a N’Djamena, la capitale della ex colonia francese. L’operazione Barkhane comprende quattromila militari francesi ed è stata istituita nel febbraio 2014 per sostenere le forze armate dei Paesi del Sahel (Niger, Ciad, Mauritania, Burkina Faso e Mali) nella lotta per contrastare i gruppi armati e di impedire che si formino nuove roccaforti terroriste nella regione.
All’inizio dell’anno la ex colonia francese ha chiuso le frontiere con la Libia. Principalmente per timore di infiltrazioni jihadiste, ma anche per impedire che ciadiani e profughi provenienti da altri Paesi possano raggiungere i porti libici, per imbarcarsi alla volta delle nostre coste. Recentemente è stato riaperto un punto di passaggio a Wour. Ahmat Bachir, ministro per la Pubblica sicurezza ciadiana ha precisato che tale misura si è resa necessaria per questioni umanitarie e perchè molti ciadiani stanno cercando di rientrare nel Paese. “Comunque abbiamo preso tutte le misure necessarie per la messa in sicurezza dei millequattrocento chilometri di confine con la Libia”, ha aggiunto il ministro.
Lo scorso ottobre Idriss Déby, presidente del Ciad, è stato ricevuto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel a Berlino. Durante la visita la Merkel ha promesso consistenti aiuti al presidente in cambio del controllo delle sue frontiere. Altri sostegni sono stati promessi per il gran numero di rifugiati, provenienti da Darfur, Repubblica centrafricana, Niger, Nigeria, che si trovano nella ex colonia francese (http://www.africa-express.info/2016/10/13/etiopia-merkel-incontra-premier-a-berlino-presidente-del-ciad-e-buhari-domani/).
Attualmente altri due francesi sono tenuti come ostaggi in Africa. Lo scorso dicembre è stata rapita una donna a Gao, nel Mali. Sophie Pétronin era direttrice di un’associazione umanitaria svizzera (http://www.africa-express.info/2016/12/26/mali-rapita-operatrice-umanitaria-francese-mentre-salta-laccordo-su-rimpatri-forzati-dalla-ue/). Finora nessun gruppo ha rivendicato il suo sequestro.
All’inizio di questo mese, invece, è stato rapito un minatore transalpino nel Congo-K, insieme ad altri tre colleghi congolesi ed uno tanzaniano (http://www.africa-express.info/2017/03/03/rapiti-cinque-minatori-nel-congo-k-tra-loro-un-cittadino-francese/).
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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