Africa Express
Freetown, 17 marzo 2017
Il pastore Emmanuel Momoh ha trovato un diamante di ben 706 carati in una miniera di tipo artigianale nel villaggio di Koyadu, nel distretto di Kono in Sierra Leone.
La preziosa pietra di ben 141,2 grammi (un carato è pari a 1/5 di un grammo, ossia 200 milligrammi, le pietre sono misurate al centesimo più vicino di un carato) è stata portata ieri a Ernest Bai Koroma, presidente della ex colonia britannica. Koroma ha ringraziato il pastore e il suo popolo per non aver cercato di esportare illegalmente il diamante.
La pietra sarà venduta nel Paese stesso con una procedura trasparente e aperta. Da tempo il governo applica la tolleranza zero per il traffico illegale di diamanti. Un modo per persuadere gli investitori stranieri che i “blood diamonds” (diamanti insanguinati, a causa delle guerra) appartengono al passato. Gli affari loschi a suo tempo servivano a finanziare la guerra civile, terminata nel 2002, durante la quale sono stata ammazzate oltre cinquantamila persone.
Paul Zimnisky, uno dei maggiori esperti in diamanti, ha specificato che una volta appurata la purezza, la pietra potrebbe inserirsi tra la decima e quindicesima gemma più grande mai scoperta. Ha poi sottolineato che è assai raro trovare un tale pregio in una miniera artigianale. Infatti i minatori usano solamente utensili grezzi, spesso le sole mani, per scavare il terreno in questo tipo di giacimento.
La Sierra Leone è ricchissima di diamanti, malgrado ciò, secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite, è tra i cinque Paesi più poveri al mondo. Il reddito medio annuo pro capite supera di poco 620 dollari. I suoi abitanti sono poco più di sei milioni e la loro aspettativa di vita è piuttosto bassa.
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