AFRICA

Distribuzione di cibo in Zambia: oltre 30mila si accalcano allo stadio, otto uccisi dalla calca

Africa ExPress
Lusaka, 7 marzo 2017

Otto persone – sei donne, un uomo e un bambino – sono morte ieri, calpestate durante la calca creatasi allo Stadio Olimpic Youth Development Center di Lusaka, la capitale dello Zambia. Altre ventotto sono state ferite

Il gruppo “Lesedi seven”, che fa parte della Church of Christ aveva organizzato un raduno di preghiera allo stadio, promettendo anche la distribuzione di pacchi di cibo. All’evento sono accorse oltre trentacinque mila persone, ognuna di loro voleva ovviamente assicurarsi al meno un pezzo di pane.

Stadio di Lusaka, Zambia

Secondo Esther Mwaata Katongo, portavoce delle polizia, cinque persone sono morte sul posto, altre tre in ospedale, a causa delle gravi ferite riportate. Le forze dell’ordine hanno fermato l’evento e aperto un’inchiesta.

Il settanta per cento della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, tra loro oltre il quaranta per cento è in stato di indigenza estrema. Lo stipendio medio annuale pro capite si aggira sui 395 dollari.

Invito per l’evento di preghiera

Eppure fino a non molti anni fa lo Zambia era considerato uno dei Paesi africani emergenti dal punto di vista economico. Con la caduta del prezzo del rame, di cui è il secondo produttore del continente africano, le sue entrate si sono ridotte notevolmente. La chiusure di diverse miniere ha prodotto migliaia di disoccupati. La siccità e la carenza nell’ approvvigionamento di corrente elettrica hanno avuto un ulteriore grave impatto negativo sull’economia.

L’aspettativa di vita dei zambiani è piuttosto bassa. Si colloca sui 49 anni, a causa dell’infezione da HIV / AIDS, che nel Paese assume risvoltii drammatici. Si stima che oltre il 12,9 per cento la popolazione adulta tra i 15 e i 49 anni ne sia colpita.

Attualmente lo Zambia è afflitto da una terribile siccità e di conseguenza i prezzi, specie quelli dei generi alimentari sono saliti alle stelle. Buona parte della popolazione non è più in grado di procurarsi un pasto al giorno. Alla fine dello scorso anno le coltivazioni di mais sono state attaccate dal voracissimo bruco africano, infierendo così un ulteriore colpo alla già magra produzione di questa stagione.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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