Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 5 marzo 2017
Dallo scorso dicembre ad oggi nello Zimbabwe sono morte oltre duecentocinquanta persone, almeno duemila zimbabwesi hanno perso le loro case e tutto quello che avevano, altri centoventotto sono rimasti feriti per le inondazioni, causate dal cedimento di diverse dighe. Parecchie strade e altrettanti ponti sono ormai totalmente distrutti. Molte infrastrutture nel Paese sono fatiscenti e necessitano di urgenti manutenzioni, ma mancano i soldi.
Il ministro per gli Enti locali, Saviour Kasukuwere, giovedì scorso ha proclamato lo stato di calamità in tutto il Paese ed ha chiesto aiuto ai donatori internazionali, almeno cento milioni di euro per coperte, vestiti, tende e medicinali per gli sfollati. “Qui manca tutto – ha aggiunto il ministro e ha precisato: “Se non interveniamo immediatamente, molte persone potrebbero morire di polmonite o di altre malattie respiratorie acute”.
Impossibile chiedere prestiti, i finanziatori stranieri non danno più credito alla ex colonia britannica a causa dei molti impegni finanziari rimasti ancora aperti, arretrati che non sono stati corrisposti, perché il novanta per cento del budget dello Stato se ne va in stipendi.
Anche il ministro dei trasporti, Joram Gumbo, ha fatto sapere che buona parte delle strade di tutto il Paese sono ormai impraticabili, molte sono state distrutte a causa delle abbondanti piogge: “Cercheremo di mettere in sesto la viabilità in economia, chiedendo parte del denaro in prestito alle banche locali, il cinquanta per cento sarà messo a disposizione dall’Agenzia nazionale delle strade”, ha assicurato.
Mentre il Paese è allo stremo, il presidente Robert Mugabe, ha festeggiato il suo novantatresimo compleanno in grande stile. Un party costato quasi due milioni di dollari, con migliaia di invitati. Il vecchio leader, si è presentato alla festa con occhiali scuri, un cappello da cowboy ed un’ originale giacca multicolore con stampe della sua immagine.
La vecchia volpe ha ricoperto la carica di primo ministro del Paese dal 1980 al 1987. Mentre il 31 dicembre del 1987 è diventato presidente e non intende mollare il potere, è pronto a ricandidarsi alla prossima tornata elettorale nel 2018. Il suo partito, l’Unione Nazionale Africana di Zimbabwe – Fronte Patriottico (ZANU PF), non ha ancora designato il proprio rappresentante per le prossime elezioni. Mugabe ha dato la sua disponibilità, ma è anche pronto a ritirarsi se il partito dovesse chiederlo. In tal caso convocherà un congresso straordinario per designare il nuovo leader.
La festa si è tenuta nel Matabeleland, nell’ovest dello Zimbabwe. La torta di compleanno pesava novantatre chilogrammi, il peso dei suoi anni.
Il Paese dell’Africa australe è uno tra i più poveri al mondo e vanta anche un altre triste primato: un terzo dell’intera popolazione è affetta da infezione di HIV che ha abbassato l’aspettativa di vita a quarantatré anni. Anche la mortalità infantile è piuttosto elevata e si attesta all’ottantuno per mille.
Mugabe è sposato con Grace Mugabe, di oltre trent’anni più giovane e a dispetto della povertà, della carestia, delle inondazioni, che affliggono la ex colonia britannica, è amante del lusso, della bella vita.
Pochi giorni dopo i festeggiamenti, l’inosinabile leader è partito alla volta di Singapore per un check-up sanitario. Nel proprio Paese non era possibile, medici e infermieri sono in sciopero da tempo. Chiedono il pagamento di bonus arretrati. Si vocifera che Mugabe si rechi spesso a Singapore per le sue cure. Sembra sia affetto di cataratta e che da qualche tempo stia anche combattendo con un cancro alla prostata.
Vista la precaria situazione del servizio sanitario nazionale, sono stati precettati i medici dell’esercito, ma ovviamente non riescono a far fronte alle esigenze e richieste delle popolazione, già duramente provata.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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