Nigeria, follie e paranoia dentro Boko Haram: il leader Shekau ha ucciso il suo vice

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Il leader di Boko Haram Aboubakar Shekau

Speciale per Africa ExPress
Massimo A. Alberizzi
Milano, 25 febbraio 2017

Abubakar Shekau, il leader del gruppo terrorista nigeriano Boko Haram, ha ammesso di aver assassinato il suo vice, uno dei suoi più stretti collaboratori e portavoce del gruppo, Abu Zinnira detto Tasiu. La rivelazione è contenuta in un video di 50 minuti finiti nella mani della France Presse.

Il leader di Boko Haram Aboubakar Shekau
Il leader di Boko Haram Aboubakar Shekau

Il filmato si riferisce a un incontro del “comitato centrale” dei Boko Haram avvenuto il 18 dicembre scorso, convocato da Shekau per affrontate “quegli elementi che brontolano” sulla fine di Tasiu. “L’ho ucciso io, l’ho ucciso io – ha urlato durante la riunione – ci stava tradendo e poi ha sbagliato alcuni attacchi contro i nemici. Non credete che ha pagato per i suoi crimini?” ha chiesto retoricamente. Tasiu è spesso apparso nei mesi scorsi nei video di propaganda del gruppo terrorista. In particolare quello con cui veniva rivendicato il rapimento delle 274 studentesse del liceo di Chibok.

Shekau non è nuovo a atteggiamenti di questo genere e ha eliminato più volte i suoi avversari interni. Per questo i Boko Haram hanno subito diverse scissioni. Le più importanti sono quella di Ansaru, che sostiene di essere la branca nigeriana di Al Qaeda, e quella della Fazione dello Stato Islamico in Africa Occidentale, che opera soprattutto nel bacino del lago Ciad.

Entrambi i gruppi accusano Shekau di aver ordinato di uccidere indiscriminatamente innocenti civili musulmani. Shekau e i suoi militanti sembra siano stati espulsi anche dallo Stato Islamico che invece ha dato la sua benedizione alla fazione scissionista comandata da Abou Mosab Al Barnaoui, figlio del fondatore di Boko Haram, Mohamed Yusuf, morto qualche anno fa.

Al Barnaoui e il suo vice, Mamman Nur avevano già accusato Shekau di “tendenze dittatoriali” e di aver assassinato tutti quelli che non erano d’accordo con lui.

Massimo A. Alberizzi
Massimo.alberizzi@gmail.com
Twitter @malberizzi

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