Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 3 febbraio 2017
Forse se l’aspettava ma per Evan Mawarire il ritorno dagli Stati Uniti, all’aeroporto di Harare, il primo febbraio, non è stato piacevole. La polizia lo ha arrestato con l’accusa di “sovvervvertire il governo costituzionalmente eletto”. Il giorno dopo l’arresto è stata aggiunta anche l’accusa di “insulto alla bandiera dello Zimbabwe”.
Al presidente-dittatore Robert Mugabe, alla Presidenza della repubblica da 40 anni non piace chi osa parlare mettendo in discussione la sua politica che da qualche decennio affama il popolo dello Zimbabwe.
Dura presa di posizione di Amnesty International che attraverso il suo rappresentante per l’Africa del Sud, Muleya Mwananyanda, ha dichiarato che “L’accusa di sovversione il pastore Evan Mawarire è inventata, una totale farsa ed è assolutamente ridicola. Le autorità devono rilasciarlo immediatamente e senza condizioni perché è un prigioniero di coscienza imprigionato solo per il pacifico esercizio dei suoi diritti”. Riguardo l’accusa di “insulto alla bandiera dello Zimbabwe” Amnesty afferma che è una manovra disperata per tenere dietro le sbarre l’accusato.
Mawarire è il predicatore e fondatore con sua moglie, nel 2010, della “His Generation Church” (Chiesa della Sua Generazione) che nella miriade di “chiese” presenti in Zimbabwe, pare stia diventando l’epicentro di un nuovo movimento di protesta contro la corruzione che minaccia di rovesciare la dittatura del 93enne Mugabe.
Lo scorso aprile il pastore si è autoregistrato con il suo smartphone e ha postato il video “This flag” (questa bandiera), su Facebook. Nel filmato avvolto nella bandiera nazionale, accusa il governo di averne tradito le promesse implicite. “This flag” è diventato virale nel Paese africano ed è diventato una campagna contro la dilagante corruzione.
“Mi hanno detto che il verde di questa bella bandiera rappresenta i raccolti ma io non vedo nessun raccolto nel mio Paese. Il giallo rappresenta i minerali: platino, diamanti, cromo. Non so a chi hanno venduto tutto questo e quanto hanno guadagnato – recita Mawarire nel video con la capacità oratoria di un politico di lungo corso – Il rosso è il sangue versato per avere la libertà e io sono grato per questo. Ma se coloro che sono morti per questo Paese vedessero come è oggi vorrebbero la restituzione di quel sangue. Il nero è dedicato al popolo nero come me ma per qualche ragione non mi sento parte di questo”.
I quattro minuti di fuoco del video non sono piaciuti per niente a Mugabe che lo ha accusato di voler rovesciare il governo. Arrestato a luglio, Mawarire è stato liberato da un magistrato perché la polizia di non aveva seguito le procedure corrette per la detenzione.
Secondo il portavoce di Amnesty dopo le accuse contro Mawarire l’anno scorso, il governo di Mugabe ha deciso di punirlo per aver parlato del peggioramento del rispetto dei diritti umani nello Zimbabwe e fermare il suo pericoloso attivismo che continua a raccogliere consensi.
Robert Mugabe è arrivato alla presidenza della repubblica con libere elezioni nel 1987 e riconfermato con altri cinque mandati alquanto discutibili. Con gli anni è rimasto attaccato al potere instaurando una feroce dittatura dove l’opposizione non ha alcun diritto e viene incarcerata e torturata.
A causa della sua politica dittatoriale l’ex colonia britannica è stata esclusa dal Commonwealth e al vecchio dittatore africano è vietato l’ingresso nell’Unione europea e negli Stati Uniti in quanto “persona non grata”.
Il Paese un tempo era florido grazie anche alle aziende dei grandi agricoltori e allevatori bianchi ai quali sono state espropriate le terre senza indennizzo. Da una quindicina di anni sta attraversando una terribile crisi economica, politica e umanitaria. Dal 2010, a causa del crollo del dollaro zimbabwiano la valuta accettata nel Paese è il dollaro Usa, il rand sudafricano ma anche il pula, la moneta del Botswana. Per la grave povertà la popolazione fugge oltre confine per rifugiarsi in Botswana e Sudafrica.
Secondo il “Rapporto 2015-2016” di Amnesty International, in Zimbabwe sono aumentati gli arresti arbitrari, le detenzioni e le azioni penali contro giornalisti e difensori dei diritti umani. Rimangono limitati la libertà di espressione e chiunque tenti di esercitare pacificamente i propri diritti viene arrestato.
Sono almeno dieci i giornalisti – dei media sia controllati dal governo che privati – arrestati per aver scritto articoli critici contro il governo e accusati, secondo la Criminal Law (Codification and Reform) Act del 2004, di aver scritto “falsità”.
E mentre la giustizia in Zimbabwe “fa il suo corso” sul caso Mawarire, si allarga a macchia d’olio il seguito sui social con gli hastag #MyFlag e #FreePastorEvan, su Periscope è stato seguito in diretta il trasferimento del detenuto girato dai passanti con lo smartphone al grido di “we love pastor E”. La prossima settimana Mawarire dovrà comparire davanti all’Alta Corte per il processo.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
twitter: @sand_pin
Crediti foto:
– Evan Mawarire
Courtesy Evan Mawarire
– Video “This Flag”
Courtesy Evan Mawarire
– Robert Mugabe
Di Tech. Sgt. Jeremy Lock (USAF) – dodmedia.osd.mil, Pubblico dominio, Collegamento
– Protesta in Sudafrica
By Discott – Own work, CC BY-SA 4.0, Link
– Mappa dello Zimbabwe
Di United States Central Intelligence Agency – Webpage: CIA World Factbook page for Zimbabwe. Archived from the original on 10 June 2005.Image: CIA World Factbook map for Zimbabwe. Archived from the original on 10 June 2005., , Collegamento Pubblico dominio
– Bandiera dello Zimbabwe
Di Madden – Own work after www.flag.de, Pubblico dominio, Collegamento
– Collocazione dello Zimbabwe nel continente africano
Di By Rei-artur pt en Rei-artur blog – Original by Vardion, Image:A large blank world map with oceans marked in blue.svg, CC BY-SA 3.0, Collegamento
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