Africa Ex Press
Banjul, 20 gennaio 2017
E così alla fine Yahya Jammeh se ne va. Lascia la poltrona di presidente della repubblica del Gambia sulla quale si era seduto dopo un colpo di stato 22 anni fa. E alla quale si era inchiodato dopo aver perso le elezioni il 1° dicembre scorso.
Qualche ora fa il convoglio di autovetture con a bordo i presidenti della Mauritania, Mohamed Ould Abdel Aziz, e della Guinea, Alpha Condé, insieme a Jammeh hanno lasciato la residenza dell’ormai ex capo di Stato del Gambia e si sono diretti verso l’aeroporto. Fonti ben informate hanno lasciato trapelare che il satrapo gambiano avrebbe acconsentito a lasciare il Paese. Con molta probabilità andrà in esilio in Guinea, anche se altre fonti hanno menzionato la Mauritania o il Marocco, qualora i governo di Re Muhammed VI gli dovesse offrire tale opportunità.
Questa mattina il presidente della Mauritania, Mohamed Ould Abdel Aziz, era volato nuovamente a Banjul insieme al suo omologo della Guinea, Alpha Condé, per cercare di trovare una soluzione insieme alla crisi che ha paralizzato l’ex colonia britannica. il mandato di Jammeh era scaduto ieri e lui avrebbe dovuto consegnare le sorti del Gambia ad Adama Barrow, il vincitore delle elezioni presidenziali del 1° Dicembre scorso.
L’insediamento di Barrow non ha potuto aver luogo nella ex colonia britannica. Jammeh aveva dichiarato lo stato di emergenza il 17 gennaio. Il neo eletto presidente ha prestato quindi giuramento in esilio, presso l’ambasciata gambiana a Dakar, capitale del Senegal, nel pomeriggio di ieri (http://www.africa-express.info/2017/01/19/truppe-entrano-gambia-barrow-giura-dakar/).
Nelle ultime ore sarebbe stato stipulato un documento nel quale Jammeh si impegna di consegnare il potere a Barrow nei prossimi tre giorni. A convincerlo sarebbero state non solo le pressioni politiche, ma anche (e soprattutto) quelle militari e cioè la presenza delle truppe senegalesi, penetrate in territorio gambiano nella serata di ieri. Evidentemente chiamate in aiuto da Barrow appena eletto e immediatamente riconosciuto come legittimo presidente dai Paesi dell’Economic Community of West African States. Le forze armate del Senegal avevano ricevuto l’incarico di intervenire nella piccola enclave dall’ECOWAS, naturalmente dopo la formale autorizzazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Non è la prima volta che le forze senegalesi intervengono in Gambia per conto dell’ECOWAS. E’ già successo nel 1981 per contrastare un colpo di Stato intento a rovesciare il primo presidente della piccola ex colonia britannica, Dawda Jawara. Grazie ad un golpe, organizzato appunto da Jammeh, Jawara è stato detronizzato nel 1994. Da allora il despota governa a suo piacimento il Paese, imprigionando e mettendo a tacere gli oppositori.
Ora è giunto il momento di cambiare rotta. L’ECOWAS, ONU, l’Unione africana (UA) e la comunità internazionale hanno deciso che il nuovo presidente sarà Barrow, scelto democraticamente come Capo di Stato dal popolo gambiano. L’Africa potrebbe finalmente cambiare rotta. “Bisogna rispettare le Costituzioni” è stato sottolineato anche durante l’ultimo vertice Africa-Francia (http://www.africa-express.info/2017/01/18/vertice-africa-francia-bamako/). Vedremo se tale consiglio sarà rispettato anche dagli altri leader africani che governano i loro Paesi da decenni.
Le forze armate gambiane non hanno posto resistenza ai loro colleghi senegalesi. Non era nelle loro intenzioni impugnare le armi. Da ieri tutti hanno espresso la loro fedeltà a Barrow. Jammeh è rimasto solo, protetto solo dai ribelli di Casamance (regione del sud del Senegal) e da mercenari provenienti dalla Liberia, Sierra Leone e Mali.
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