Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 12 gennaio 2017
La data dell’insediamento di Adama Barrow, presidente eletto in Gambia lo scorso dicembre, si sta avvicinando: è prevista per il prossimo 19 gennaio. Finora Jahya Jammeh, al potere nella piccola ex colonia britannica da oltre ventidue anni, non ha ceduto alle pressioni della comunità internazionale e non è disposto a passare le consegne al suo successore.
Jammeh ha fatto ricorso alla Suprema Corte del Paese, presieduta da un giudice di origini nigeriane, Emmanuel Fagbenle, per irregolarità nel conteggio dei voti (http://www.africa-express.info/2016/12/28/gambia-cittadini-fuga-verso-il-senegal-appello-jammeh/). Il caso si sarebbe dovuto discutere in Tribunale il 10 gennaio, ma gli altri due giudici “mercenari”, uno proveniente dalla Nigeria e l’altro dalla Sierra Leone, che avrebbero dovuto coadiuvare Fagbenle, non si sono fatti vedere a Banjul, la capitale del Paese.
Nella mattinata, centinaia di simpatizzanti e membri del partito di Jammeh, l’Alliance for Patriotic Reorientation and Construction (APRC),, hanno atteso invano all’esterno del Tribunale. Indossavano magliette verdi, il colore del partito al potere. Infine il giudice ha aggiornato l’udienza al 16 di questo mese.
Vedremo se si potrà emettere un verdetto, visto che i presidenti della Suprema Corte nigeriana e sierraleonese hanno inviato un documento a Fagbenle, esprimendo le loro perplessità circa la richiesta di una sessione straordinaria della massima autorità giudiziaria gambiana, che si riunisce già due volte all’anno, precisamente a maggio e a novembre.
La prossima settimana i presidenti della Nigeria, Muhammadu Buhari, della Liberia, Ellen Johnson Sirleaf, e della Sierra Leone, Ernest Bai Koroma, si recheranno nuovamente a Banjul, per convincere Jammeh a cedere pacificamente il potere a Barrow.
Malgrado le forti pressioni della comunità internazionale e le minacce di un eventuale intervento militare di ECOWAS (Economic Community of West African States, la comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale) (http://www.africa-express.info/2016/12/24/gambia-ecowas-pronta-ad-intervento-militare-se-jammeh-non-lascia-potere/), la maggior parte dei quadri militari e del suo gabinetto, hanno espresso la loro solidarietà a Jammeh. Mentre il suo portavoce, Sheriff Bojang, ha lasciato il Paese qualche giorno fa, rifugiandosi nel vicino Senegal. Bojang è giornalsita e proprietario del quotidiano indipendente “Standard”. Il suo successore, Seedy Njie, è stato nominato anche ministro dell’Informazione lunedì scorso dal presidente tutt’ora in carica.
Martedì scorso il presidente si è rivolto nuovamente alla popolazione durante un suo intervento all’emittente televisiva di Stato, accusando la comunità internazionale, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, l’Unione africana e l’ECOWAS per aver preso risoluzioni frettolose nei confronti della Repubblica e della Costituzione della ex colonia britannica.
Infine Jammeh ha chiesto ai cittadini di essere pazienti, nell’attesa della sentenza della Corte Suprema.
Nel frattempo i parlamentari nigeriani stanno discutendo proprio oggi sull’eventualità di concedere asilo al presidente gambiano. Una mozione in tal senso è stata presentata da Emmanuel Yisa Orker-Jev, a capo del “rules and bussiness committee” della Camera dei Rappresentanti.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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