AFRICA

Camerun, Survival contro Wwf. L’Ocse indaga su violazione dei diritti umani dei pigmei


Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 7 gennaio 2017

Minacce, vessazioni, umiliazioni, intimidazioni, violenze, arresti e pestaggi, torture e persino morte a uomini, donne e bambini. Questo fanno alla popolazione di pigmei le squadre anti-bracconaggio in quella che dovrebbe diventare la Ngoyla Wildlife Reserve, un’area di oltre 9300kmq di foresta pluviale nel sud-est del Camerun.

Pigmei – Courtesy © Survival international

È la zona dove, dal 1991, il Fondo mondiale per la natura (Wwf) ha il “Jengi initiative”, un progetto – come spiega l’associazione – “per la gestione responsabile delle foreste e delle aree protette nelle aree forestali della regione”.

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha deciso però di indagare contro il Wwf sulla violazione dei diritti umani dei pigmei del Camerun.

L’interessamento dell’Ocse nasce da un’istanza presentata nel febbraio scorso dell’ong per i diritti dei popoli indigeni, Survival international, sugli abusi delle squadre anti-bracconaggio contro la popolazione di pigmei Baka che vivono nell’area protetta del Wwf.

Mappa del Camerun. Nel cerchio l’area nella quale vivono i pigmei Baka

È qui che in una sessantina di villaggi vivono circa 10mila persone di etnia Fang, Djem, Nzimédi e pigmei Baka, cacciatori-raccoglitori abitanti della foresta da migliaia di anni. Questi ultimi rappresentano il 30 per cento della popolazione.

Per il popolo Baka, circa 30mila individui tra Camerun, Gabon e Africa centrale, la foresta oltre che essere la fonte di cibo e base fondamentale e indispensabile della loro cultura e religione, è un luogo sacro e di sepoltura dei loro morti e degli antenati. Purtroppo, secondo Survival international, dagli anni ‘90 ad oggi, la situazione è andata peggiorando al punto che i Baka non riescono ad avere accesso al cibo e ai loro luoghi sacri.

Pigmei – Courtesy © Salome/Survival International

“È terribile ciò che fanno le squadre anti-bracconaggio in questo villaggio. Non possiamo andare a curare i nostri orti, ci picchiano con il machete e ci controllano continuamente. Nella foresta cadono i frutti di mango selvatico ma abbiamo paura di andare a cercarli e non ci sono più i sentieri per prendere i frutti. Se ci impediscono di andare nella foresta dove dovremmo andare? Dove dovremmo stare? Noi veniamo dalla foresta non dai villaggi. Abbiamo paura, cosa possiamo fare? Vogliamo che chi è coinvolto in tutto questo si fermi”. Chi parla in un video girato da Survival international è un anziano pigmeo Baka che vive nelle foreste pluviali del sud-est del Camerun.

Stephen Corry, direttore generale di Survival international: “Il fatto che l’Ocse abbia accettato la nostra istanza costituisce un enorme passo avanti per i popoli vulnerabili”. E rincara la dose contro la politica dell’associazione ambientalista più importante del pianeta: “Il lavoro del Wwf ha portato ai popoli indigeni del bacino del Congo decenni di sofferenze. Il Wwf non ha fatto niente di concreto per rispondere alle preoccupazioni di migliaia di indigeni derubati e maltrattati per effetto dei suoi progetti. Se il Wwf non può garantire che certe iniziative rispettino gli standard delle Nazioni Unite e dell’Ocse, semplicemente non dovrebbe finanziarle”.

Pigmei – Courtesy © Salomè/Survival International

Da quanto scrive Survival in un comunicato il Wwf riconosce che ci sono stati abusi ma, nonostante le testimonianze dei Baka, ha respinto le accuse. In risposta all’Ocse, come ragioni principali delle violazioni dei diritti umani, ha invece sottolineato l’instabilità politica nella regione e le difficoltà nei processi di creazione delle aree protette per la conservazione della fauna. Tuttavia non ha negato il suo coinvolgimento nel finanziamento, addestramento ed equipaggiamento delle guardie.

Purtroppo uno dei maggiori problemi dei popoli pigmei è che, in quanto cacciatori-raccoglitori, non viene loro riconosciuto il diritto alla terra. Inoltre molti stati africani negano loro lo status di indigeni e di conseguenza i diritti che gli spetterebbero.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
twitter: @sand_pin

Crediti immagini:
– Mappa Camerun
Di Cameroon-CIA_WFB_Map.png: ciaderivative work: Diablos86 (talk) – Cameroon-CIA_WFB_Map.png, Pubblico dominio, CollegamentoDi Alvaro1984 18Opera propria, Pubblico dominio, Collegamento

– Mappa Africa-Camerun
Di Alvaro1984 18Opera propria, Pubblico dominio, Collegamento

Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

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