Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 13 dicembre 2016
Le forze dell’ordine gambiane sono entrate nello stabile della Commissione elettorale indipendente a Banjul, la capitale del Gambia, chiedendo al presidente della stessa, Alieu Momarr Njaidi, di lasciare immediatamente il proprio ufficio e impedendo agli altri impiegati l’accesso.
Ieri Njaidi, con un comunicato, aveva precisato che anche se Jammeh volesse rivolgersi ad un Tribunale per contestare i risultati delle elezioni presidenziali, che si sono svolte lo scorso 1° dicembre nella ex colonia britannica, il risultato non cambierebbe. “Possiamo dimostrare ogni singolo voto”, ha precisato il capo della commissione.
Jammeh, che ha detenuto il potere per ben ventidue anni, ha perso queste elezioni. In un primo momento sembrava che avesse accettato di buon grado la disfatta elettorale, congratulandosi persino con il vincitore, Adama Barrow, che si è aggiudicato il 43,34 per cento delle preferenze. Il presidente uscente si è fermato al 39,6 per cento, mentre il terzo candidato, Mamah Kandeh ha riportato a casa solamente il 17,1 per cento.
Per sua stessa ammissione, la Commissione elettorale ha dichiarato che ci sono stati degli errori nel conteggio iniziale, che hanno gonfiato i voti di Barrow in una Regione in particolare. Tali inesattezze sono state corrette il 5 dicembre e il margine del vincitore è sceso dal nove per cento al quattro. Ma rimane il fatto che il presidente eletto dal popolo sovrano rimane Barrow.
Gli aventi diritto al voto erano oltre ottocentottantamila persone, più di trecentomila non si sono presentate ai seggi, perchè la vittoria sembrava cosa scontata , invece questa volta ha vinto l’opposizione. Appena reso noto il nome di Barrow come nuovo presidente del Paese, la popolazione e la comunità internazionale hanno esultato di gioia.
Pochi giorni dopo voto, il dittatore ha cambiato opinione, contestando i risultati elettorali. Ma chi segue da tempo il leader gambiano, non ha mai creduto veramente alle parole di Jammeh quando ha riconosciuto ufficialmente la disfatta. E anche Macky Sall, presidente del Senegal, venerdì scorso aveva indetto una riunione di sicurezza; certamente non vuole trovarsi impreparato nel caso dovessero scoppiare disordine nell’enclave. (http://www.africa-express.info/2016/12/06/gambia-jammeh-perde-le-elezioni/). Negli ultimi giorni sono stati avvistati nei cieli del Gambia aerei da caccia senegalesi. Non è dato di sapere se si è trattato di un caso oppure di un avvertimento di Sall.
Il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha richiamato Jammeh, chiedendogli di accettare il risultato delle urne e di farsi da parte. Il presidente uscente, invece, contesta serie irregolarità nel conteggio dei voti e vorrebbe fare ricorso all’Alta Corte. Malauguratamente ciò non è possibili, visto che tale Corte ha solamente un giudice di origine nigeriana. Per esaminare il ricorso elettorale sarebbe necessario assumere al meno altri quattro giudici.
Domenica scorsa Barrow si è lamentato di non godere di alcuna scorta e che temeva per la propria incolumità.
Pochi giorni fa è stato negato l’atterraggio dell’aereo di Ellen Johnson Sirleaf, presidente della Liberia, nonché a capo dell’ECOWAS (acronimo inglese per “Economic Community of West African States”), a Banjul. La Johnson Sirleaf era venuta a Banjul con l’intento di collaborare nel passaggio delle consegne. Nulla. Jammeh non ha voluto la sua presenza, come aveva negato quella degli osservatori dell’Unione Europea durante le elezioni (http://www.africa-express.info/2016/11/24/elezioni-gambia-jammeh-vieta-lingresso-agli-osservatori-dellunione-europea/).
Durante il week end i residenti e i turisti britannici sono stati messi in stato di allerta. Infatti si temono disordini dopo l’annuncio fatto in diretta TV da Jammeh venerdì scorso durante il quale contestava il risultato elettorale. Naturalmente ciò ha creato tensioni in tutto il Paese proprio in un momento dove si aspettano migliaia di turisti occidentali nei resort lungo la costa per le prossime vacanze natalizie. Testimoni oculari riportano che già da venerdì i militari avrebbero posizionato sacchi di sabbia in punti strategici nella capitale per il timore di eventuali scontri tra le forze dell’ordine e i supporter di Barrrow. Ai turisti britannici è stato raccomandato di non lasciare gli alberghi.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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