AFRICA

Tensione in Gambia: Jammeh ha perso le elezioni ma starebbe preparando un golpe

Speciale per AfricaExpress
Cornelia I.Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 6 dicembre 2016

Un tribunale di Banjul ha ordinato la liberazione su cauzione del leader del maggior partito d’opposizione del Gambia, Ousainou Darboe, e di altre diciotto persone. Erano stati condannati a tre anni di carcere per aver partecipato ad una manifestazione pacifica non autorizzata lo scorso aprile (http://www.africa-express.info/2016/07/24/gambia-pugno-di-ferro-del-dittatore-al-potere-galera-dissidenti/.

La decisione della Corte arriva solo dopo tre giorni dopo che la Commissione elettorale indipendente  del Gambia ha annunciato la vittoria di Adama Barrow, candidato dell’opposizione, alle elezioni presidenziali che si sono svolte il 1°  dicembre.

Adama Barrow, vincitore delle elezioni presidenziali in Gambia

Sabrina Mahtani, ricercatrice di Amnesty International per l’Africa occidentale anglofona, ha sottolineato che la liberazione di Darboe rappresenta un ottimo primo segnale verso la svolta e ha aggiunto: “Non dobbiamo tuttavia dimenticare tutti gli altri prigionieri di coscienza che marciscono ancora nelle galere gambiane, per aver espresso in modo pacifico la propria opinione, tra loro anche tre Imam, che sono stati arrestati tre anni fa e dei quali non si hanno più avuto notizie ”.

Yahya Jammeh,attuale presidente del Gambia

Barrow riceverà lo scettro del Paese da Yahya Jammeh, che lo ha tenuto ben stretto per ventidue lunghi anni, il prossimo gennaio. Vedremo se saprà dare la svolta che la piccola ex colonia britannica merita.

Il Gambia è una lingua di terra, un’enclave del Senegal. E conta solamente 1,849.000 abitanti. Jammeh in questa tornata elettorale ha portato a casa il quaranta per cento delle preferenze, mentre il suo avversario e  futuro presidente il quarantatré per cento. Sembra che Jammeh abbia accettato la sconfitta e si sia congratulato con Barrow pochi minuti prima dell’annuncio ufficiale da parte della Commissione elettorale.

Il nuovo presidente del Gambia ha cinquantun anni, è sposato con due mogli e ha cinque figli. E’ nato in un villaggio all’interno del Paese. E’ arrivato a Banjul perché vincitore di una borsa di studio. Qualche anno più tardi si è recato a Londra per studiare e lavorare. Per diverso tempo è stato agente per la sicurezza presso la Argos a Londra. Una volta tornato a casa, ha aperto un’agenzia immobiliare. Durante un’intervista all’AFP ha confessato di lavorare tra le dodici e quindici ore al giorno.

Gli elettori hanno creduto alle sue promesse elettorali di voler cambiare il Gambia ed è stato premiato. Da vigilantes è diventato presidente.

Ora i gambiani vogliono sperare nel futuro. I più sono convinti che torneranno gli investitori stranieri, le ONG, gli aiuti internazionali, molti dei quali sono stati bloccati per i comportamenti, a dir poco, bizzarri di Jammeh.

Ma c’è anche ancora molta preoccupazione. Alcuni utenti dei social media postano link offensivi e minacciano Jammeh , i suoi ministri e generali di morte, racconta il proprietario di un ristorante nella zona turistica di Kololi.  E aggiunge: “Minacce pesanti , non bisogna dimenticare che il presidente è ancora al potere e la guardia presidenziale,  l’esercito tutto è armato fino ai denti”.

Anche Sidi Sanneh, ex ministro degli esteri e ex ambasciatore gambiano in Senegal, oggi esiliato negli USA, ha espresso le sue perplessità. Secondo Sanneh, Jammeh starebbe preparando un colpo di Stato. “Il presidente sconfitto è stato messo sotto pressione dai suoi uomini di fiducia, dalle forze armate, dalla guardia presidenziale, che lo spingono a riprendere nuovamente il potere con un colpo di Stato come nel 1994. Si sentono traditi da Jammeh da quando ha ammesso di aver perso la tornata elettorale”.

Macky Sall, presidente del Senegal

Secondo l’ex diplomatico gambiano, Jammeh starebbe per mandare la moglie Zainab Suma Jammeh, il figlio Muhammed Jammeh e la sorella negli USA .

Macky Sall, presidente del Senegal, ha presieduto venerdì scorso un consiglio di sicurezza straordinario, al quale erano presenti il capo di stato maggiore dell’esercito, i massimi dirigenti della gendarmeria, polizia,  vigili del fuoco, i ministri della Difesa e dell’Interno. Secondo alcune fonti autorevoli, Sall non vuole trovarsi impreparato nel caso dovessero scoppiare disordini nel vicino Gambia.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes

Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

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