Africa ExPress
Kampala 27 novembre 2016
La polizia ugandese ha arrestato Charles Wesley Mumbere, il re del regno di Rwenzururu, con l’accusa di incitamento alla violenza. Ma Mumbere nega ogni suo coinvolgimento.
Le forze dell’ordine sono penetrate nel suo palazzo a Kasese, al confine con il Congo-K, dopo aver ricevuto informazioni che il re nascondesse miliziani all’interno della sua residenza.
Durante gli scontri scoppiati dopo l’arrivo della polizia, sono morte cinquantacinque persone: quarantuno uomini del gruppo armato e quattordici agenti.
Secondo un portavoce, i ribelli vogliono la secessione dall’Uganda e intendono formare una nuova repubblica lungo il confine con il Congo-K. “Hanno dei campi di addestramento sulle montagne del Ruwenzori, poi scendono per attaccare le postazioni governative”, ha aggiunto.
Andrew Felix Kaweesi, portavoce della polizia, ha comunicato che oltre a Mumbere sono state arrestate altre persone.
La comunità di etnia Bakonzo, che vive al confine con l’ex colonia belga, è stata in conflitto per molto tempo con il regno di Toro, il più importante in quella zona. Gli abitanti di questo regno, vengono chiamati Batoro e costituiscono il tre percento della popolazione della ex colonia britannica.
Nel 1982, dopo anni di lotte e combattimenti, è stato firmato un trattato con il governo che ha concesso una maggiore autonomia alla Regione, ma presidente Yoweri Museveni ha riconosciuto ufficialmente il regno solo nel 2009.
Tra il governo centrale e il piccolo regno ci sono sempre state tensioni e malumori. Anche all’inizio dell’anno si erano verificati scontri, durante i quali sono rimaste uccise una cinquantina di persone.
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