Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 9 novembre 2016
Il governo di José Eduardo dos Santos, fa un altro giro di vite sulla censura. Questa volta è toccato ai due rapper Luaty Beirão conosciuto come Ikonoklasta, e MCK, tutti e due considerati pericolosi sovversivi.
La polizia angolana ha censurato e cancellato, senza motivo, i concerti del 5 e del 6 novembre. La denuncia arriva da Tjiurimo Hengari, vice direttore regionale di Amnesty International per l’Africa del Sud.
“Le autorità angolane devono assicurare che il concerto dei due rapper avvenga senza ulteriori interferenze da parte della polizia – ha detto Hengari – L’intervento della polizia è inspiegabile e ha potenziali conseguenze di ampia portata per la libertà di riunione e di espressione artistica nel paese. Sa di censura di Stato su Luaty Beirão e MCK per le loro critiche del governo dell’Angola”.
Luaty Beirão, si è già fatto oltre un anno di galera. È un musicista rap e attivista democratico molto critico verso il governo. Il 20 giugno 2015, è stato arrestato e condannato per “atti preparatori alla ribellione” e “associazione a delinquere” insieme ad altri 16 attivisti a causa di una riunione nella quale venivano discusse le politiche del governo. È stato rilasciato il 29 giugno 2016.
MCK, dopo l’arresto di Luaty Beirão ha fatto una campagna per la liberazione del collega e dei suoi compagni attivisti e per questo motivo il governo angolano, il 24 novembre 2015, gli ha impedito un viaggio in Brasile dove avrebbe dovuto partecipare a un festival musicale. Da Amnesty International Luaty Beirão viene considerato un un “prigioniero di coscienza”.
Ma chi è José Eduardo dos Santos? Quando il Portogallo, con la Rivoluzione dei Garofani, nel 1975 è costretto a lasciare le colonie africane, tra le quali l’Angola, il Paese diventa indipendente. Agostinho Neto va alla presidenza della repubblica angolana e Eduardo dos Santos è ministro degli Esteri. Nel 1979 con la morte di Neto diventa presidente della Repubblica e da allora è sempre rimasto al potere.
Dopo una sanguinosa guerra civile tra MPLA (Movimento popolare di liberazione dell’Angola) partito unico al potere, sostenuto da Unione Sovietica e Cuba, e Unita (Unione Nazionale per l’Indipendenza Totale dell’Angola) di Jonas Savimbi appoggiato dal Sudafrica dell’apartheid e Stati Uniti, nel 1991 dos Santos e Savimbi firmano il trattato di pace.
Alle prime elezioni multipartitiche del Paese nel 1992 l’MPLA ottiene il 49,5% dei voti e l’Unita il 40,7%. Deve esserci il ballottaggio ma Savimbi accusa l’MPLA di brogli e si ritira mentre Onu e osservatori stranieri dichiarano le elezioni inconcludenti. Questo permette a dos Santos di restare presidente e Savimbi torna a fare la guerriglia.
Con il collasso dell’Unione Sovietica, dos Santos si avvicina agli Usa e Jonas Savimbi torna alla ribellione, ma viene ucciso in un’imboscata organizzata con l’aiuto del Mossad, il servizio segreto israeliano. Con lui scompare qualunque opposizione nel Paese.
In 37 anni di presidenza Eduardo dos Santos – lo supera di un mese solo Teodoro Obiang, sanguinario dittatore della Guinea Equatoriale – grazie ai proventi del petrolio e ai giacimenti di diamanti, telecomunicazioni, energia e banche ha accumulato ingenti ricchezze.
Isabel dos Santos, figlia maggiore del presidente è una donna di grandi capacità imprenditoriali con un immenso potere economico. È l’amministratrice dei beni di famiglia e la rivista Forbes stima abbia un patrimonio di 3,3 miliardi di dollari. Questi beni ne fanno la più ricca dell’Angola e una delle donne più agiate del continente africano.
Ma mentre la famiglia dos Santos si arricchisce diminuiscono i diritti della popolazione e soprattutto di coloro che contestano le politiche del governo.
Il “Rapporto 2015-2016. La situazione dei diritti umani”, riguardo all’Angola non è tenero: “Le autorità hanno applicato la legge sul reato di diffamazione e la legislazione in materia di sicurezza dello stato per esercitare vessazioni nei confronti di persone che avevano espresso pacificamente le loro opinioni, sottoporle ad arresti e detenzioni arbitrari e per imporre restrizioni alla libertà di stampa”.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
twitter: @sand_pin
Crediti immagini:
– Mappa Africa
Di Alvaro1984 18 – Opera propria, Pubblico dominio, Collegamento
– Mappa Angola
Di United States Central Intelligence Agency – CIA World Factbook, Pubblico dominio, Collegamento
– José Eduardo dos Santos
Di Ricardo Stuckert/PR – Agência Brasil [1], CC BY 3.0 br, Collegamento
– Affari di Isabel dos Santos
Courtesy Fora do Canon
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