Cornelia I.Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 23 ottobre 2016
Dopo quasi cinque anni sono stati liberati ventisei marinai di origine asiatica dai pirati somali. La loro nave, la FV Naham 3, è stata sequestrata nel marzo del 2012 a sud delle Seychelles. Il natante e l’equipaggio sono poi stati portati al largo delle coste della Somalia. Lì il mercantile è affondato. In seguito i marinai, provenienti da diversi Paesi asiatici (Cambogia, Filippine, Cina, Taiwan, Indonesia, Vietnam) sono stati nascosti nella boscaglia fino al loro rilascio. Oggi i ventisei sono arrivati in Kenya, impazienti di prendere il primo volo verso casa, per riabbracciare i propri cari.
John Steed, un collaboratore della ”Associazione per il supporto degli ostaggi” ha fatto sapere che le informazioni circa lo stato di salute degli ostaggi sono state scarse e limitate alle foto inviate quale prova che fossero ancora tutti in vita.
Ha aggiunto: “Non sono stato informato se è stato pagato un riscatto”. I marinai sono stati trattenuti per quasi tutto questo tempo in un piccolo villaggio di pescatori, a Dabagala, vicino a Harardheere, città che dista quattrocento chilometri a nord-est di Mogadishu, la capitale della nostra ex-colonia. La popolazione, in particolare glia anziani della comunità locale, si sono visti coinvolti in una brutta storia. Harardheere era conosciuta come la più importante base dei bucanieri somali al culmine della crisi della pirateria nel Corno d’Africa.
I pirati delle coste somale hanno perso forza e potere negli ultimi anni, anche
Nel novembre 2014 l’UE ha esteso il mandato della Missione sino alla fine di quest’anno. (http://www.africa-express.info/2015/01/05/somalia-europa-e-nato-guerra-contro-pirati-sino-alla-fine-del-2016/).
I continui attacchi dei pirati, che hanno paralizzato le rotte della navigazione, rapito centinaia di marinai e sequestrato un’infinità natanti lungo i duemila chilometri di costa della Somalia, è costato milioni di dollari all’industria mondiale della navigazione. Da circa tre anni la situazione è migliorata, grazie alla Missione Eunavor e la presenza di uomini addetti alla sicurezza sulle navi.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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