Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 11 ottobre 2016
La seconda tappa del viaggio africano ha portato la Merkel ieri a Niamey, la capitale del Niger, dove ha incontrato il presidente Mahamadou Issoufou. Migrazione, e come arginare i flussi sempre crescenti e la sicurezza, guerra al terrorismo sono stati i temi principali del colloquio bilaterale. Senza mezzi termini Isouffou ha fatto presente alla Merkel che i fondi predisposti dall’UE per il suo Paese sono assolutamente insufficienti per frenare l’emigrazione. Il presidente ha chiesto un piano Marshall per il Niger e l’intera Regione. Ovviamente la cancelliera ha risposto a tale richiesta con un netto rifiuto.
La Merkel ha comunque promesso a Isouffou un forte impegno per favorire lo sviluppo del Niger, promessa fatta anche al suo omologo maliano il giorno precedente, in cambio di una maggiore collaborazione per quanto concerne la gestione dei flussi migratori.
Il Niger è uno tra i Paesi più poveri al mondo. La mortalità infantile è elevatissima. Duecentoquarantotto piccoli su mille non raggiungo i quattro anni d’età; la principale causa sono le precarie condizioni di salute e l’alimentazione tutt’altro che ricca e variabile. Anche la scolarizzazione è molto bassa, raggiunge appena il ventinove per cento ed è riservata per lo più ai maschi,sessanta per cento, mentre solo il quaranta per cento delle bambine frequenta la scuola.
La ex-colonia francese rappresenta un importante punto di passaggio per i profughi provenienti dall’Africa occidentale. Si trova, infatti, in una posizione strategica per i flussi migratori che vogliono raggiungere le coste libiche per imbarcarsi alla volta dell’Italia
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Si stima che lo scorso anno almeno centomila persone in fuga da fame nera, guerre e persecuzioni, abbiano attraversato Agadez, città e capoluogo della regione omonima nel nord del Niger, verso il confine con la Libia, per raggiungere le nostre coste.
Issoufou ha salutato favorevolmente l’intenzione della Germania di voler costruire una sua base all’aeroporto di Niamey per facilitare l’intervento delle proprie truppe in Mali. Grazie alla posizione geografica strategica del Niger – confina con la Libia, la Nigeria e il Mali – è possibile condurre una guerra contro il terrorismo su tre fronti.
E per il 2017 la Germania prevede di incrementare la presenza delle sue truppe in Mali e in Niger, in particolare è in programma l’invio di altri uomini per la missione EUCAP (European external action service) per l’addestramento delle forze di sicurezza locali e la formazione di nuovi poliziotti. Progetti per far desistere i giovani ad abbandonare il Paese e a per coloro che saranno rimpatriati sono in fase di sviluppo.
La cancelliera ritiene che l’Africa, insieme al trattato sottoscritto con la Turchia, rappresentino i punti chiave delle politiche migratorie. Grazie agli aiuti per lo sviluppo, migliorerà la qualità della vita delle popolazioni residenti. “In questo modo” – sottolinea la cancelliera – si combattono le cause profonde della migrazione”.
La qualità della vita delle persone migliora, invece, evitando la repressione e i conflitti, specie quelli interni, che costringono le persone a lasciare le proprie radici. Collaborare con dei dittatori è come camminare sulle sabbie mobili. Forse l’UE ha omesso di prendere in considerazione questo piccolo particolare, pur di chiudere le porte a persone bisognose di protezione.
Cornelia I. Toelgyes
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