Dal Nostro Inviato Speciale
Massimo A. Alberizzi
Nairobi, 27 settembre 2016
Suo padre Omar Bongo presidente del Gabon per 41 anni durante un colloquio informale aveva spiegato: “Alle elezioni i brogli si fanno prima, non durante il voto”. Parlava non di se stesso, ma dei suoi colleghi africani. Qualche anno dopo avrebbe chiarito il significato di quella frase, chiudendo gli aeroporti del suo Paese per impedire al candidato dell’opposizione di arrivare in tempo per registrarsi alle presidenziali.
Suo figlio Ali Bongo Ondimba è stato meno scaltro e per vincere sul suo contendente, Jean Ping, ha dovuto aggiudicarsi (con i brogli sostengono in tanti) oltre il 90 per cento dei voti in uno dei collegi più importanti. Comunque, tra le proteste dell’opposizione e i dubbi degli osservatori internazionali, con un impercettibile vantaggio di 7000 voti, ha vinto le elezioni ed è stato proclamato presidente per il secondo mandato di sette anni.
E’ stata comunque una battaglia in famiglia. Jean Ping padre cinese, ex segretario dell’Unione Africana e, soprattutto, ex marito della sorella del presidente Ali Bongo, Pascaline, era uno degli eredi dell’enorme fortuna che il vecchio leader Omar Bongo ha accumulato nei 41 anni di dittatura.
Pascaline, una delle donne più influenti di tutta l’Africa, è ancora in ottimi rapporti con l’ex marito, ora sposato con Jeanne-Thérèse, un’italo ivoriana, grande amica della moglie del presidente della Costa D’Avorio, Dominique Ouattara. Non ha invece buone relazioni con il fratello che accusa tra l’altro di non essere figlio naturale di Omar Bongo, ma di essere stato adottato. In palio ci sono le enormi ricchezze di uno dei maggiori produttori di petrolio del continente.
Massimo A. Alberizzi
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