Africa ExPress
Kampala, 27 settembre 2016
Il ministro ugandese per l’etica e l’integrità, Simon Lokodo ha fatto bloccare dalle forze dell’ordine la gay pride, organizzata sul lago Vittoria a Entebbe.
In un comunicato il ministro ha condannato qualsiasi attività pubblica dei gay e ha sguinzagliato i poliziotti per arrestare gli attivisti che malgrado l’ammonimento di Lokodo avevano organizzato la parata. Ma sono stati bloccati all’entrata dell’Entebbe resort. Una dozzina di persone si sono allora date appuntamento in un secondo resort, ma qui, la polizia ha vietato l’ingresso. In seguito i più sono stati caricati in minibus, scortati dalle forze dell’ordine verso Kampala, la capitale dell’Uganda.
E’ la seconda volta quest’anno che attivisti LGBTI (acronimo inglese per lesbian, gay, bisexual, trans, e/o intersex) cercano di organizzare un gay pride. All’inizio di agosto un concorso di bellezza è stato brutalmente interrotto e gli organizzatori sono stati tutti arrestati.
Non si capisce questo accanimento, visto che quattro anni di seguito tali eventi si sono svolti senza troppi problemi.
Proprio due anni fa la Corte Costituzionale ugandese ha dovuto cancellare le leggi draconiane contro lesbiche e gay per un vizio di forma (http://www.africa-express.info/2014/08/06/uganda-la-corte-costituzionale-cancella-la-legge-anti-gay/). Le norme omofoniche prevedevano persino l’ergastolo per gli omosessuali.
La società ugandese è profondamente conservatrice. I gay generalmente sono sottoposti a severe critiche e dunque l’abrogazione delle leggi che punivano l’omosessualità non è stata accolto con entusiasmo dalla maggior parte della popolazione.
Ancora oggi essere gay nella maggior parte dei Paesi africani anglofoni è considerato un reato, salvo qualche eccezione come il Sudafrica, il Kenya e il Botswana, nella cui capitale, Gaborone, solo pochi giorni fa, le autorità hanno espulso un predicatore americano anti-gay. (http://www.africa-express.info/2016/09/21/botswana-espelle-pastore-americano-anti-gay/)
Africa Express