Helen Zille, tra i leader della Democratic Alliance, bacia un residente di un villaggio durante una dimostrazione prima delle elezioni
Speciale per Africa ExPress
Massimo A. Alberizzi
Johannesburg, 8 agosto 2016
Alle elezioni locali che si sono tenute nei giorni scorsi in Sudafrica, l’African National Congress, il partito al potere dalla fine del regime di segregazione razziale, è stato sconfitto a Pretoria dal gruppo di opposizione Democratic Alliance (DA, Alleanza Democratica). A Tshwane, il comune che comprende la capitale, il candidato della DA ha preso il 43 per cento dei voti, quello della ANC il 41. L’opposizione ha conquistato 93 seggi, mentre l’ANC è secondo con 89 consiglieri, sui 214 che formano il consiglio municipale. La Democratic Alliance deve comunque costituire una coalizione per formare il governo della città metropolitana.
Nella più grande città del Paese, e capitale economica, Johannesburg, l’ANC ha battuto gli avversari, ma ha perso la maggioranza assoluta, ottenendo solo il 44 per cento dei voti. Soprattutto il partito al potere ha dovuto cedere anche Nelson Mandela Bay, area metropolitana nella Eastern Cape, che comprende Port Elizabeth. Ha vinto un bianco Athol Trollip della Democratic Alliance . La città che ha preso il nome del simbolo della lotta anti apartheid vanta una ricca storia di lotta contro il razzismo e, ventidue anni dopo la fine dell’odioso regime segregazionista, i neri hanno votato non in base alla razza, ma confrontandosi sui problemi quotidiani. Athol Trollip, che parla correntemente Xhosa, non siederebbe oggi sulla poltrona di sindaco se la stragrande maggioranza delle persone di colore non avesse votato per lui.
Quella odierna è la peggiore performance elettorale dell’ANC da quando ha governato indisturbato e senza ostacoli, cioè dalla fine dell’apartheid nel 1994.
Gli analisti dei giornali sudafricani sostengono che il potere del partito storico è stato minato da una serie di scandali per corruzione e di beghe interne. L’economia è ferma dalla crisi finanziaria globale cominciata nel 2008 e il Paese ha uno dei più alti tassi di disuguaglianza economica in tutto il mondo.
Gli scandali hanno colpito anche il presidente Jacob Zuma la cui casa è stata ristrutturata con un finanziamento di soldi pubblici per 20 milioni di dollari. La Corte costituzionale ha recentemente condannato Zuma a restituire allo Stato oltre 500.000 dollari.
L’ANC ha ancora saldamente in mano le redini del Paese, ma che i suoi consensi sono in forte calo. Si può tranquillamente affermare che la maggioranza nera è pronta a non seguirne più ciecamente le direttive. L‘attuale tornata elettorale mostra che a livello nazionale il suo sostegno si attesta al 54 per cento. Alla Democratica Alliance vanno il 27 per cento dei consensi. Buona la performance di un nuovo gruppo, il radicale Economic Freedom Fighters che ha preso l’8 per cento.
Massimo A. Alberizzi
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